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Giovanardi: non ci sono prove di colpevolezza

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«Quiè stata detta una cosa terribile: "Giovanardi amico dei pedofili". Pedofili? Dove sono i "pedofili"? Dov'è la sentenza passata in giudicato? E le prove oggettive? Ci vorrebbero elementi più che schiaccianti per sostenere che quattro donne, quattro maestre siano "pedofile" e che, in concorso tra loro, abbiano messo in opera tanti orrendi reati. Queste prove schiaccianti ci sono? No. Manca qualunque prova oggettiva. Non ce ne sono state all'inizio, ne ce n'è stata mai una sinora». Dritte come lame arrivano le parole dell'onorevole Carlo Giovanardi, all'indomani del duro scambio di accuse tra i genitori delle presunte vittime e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia. Giovanardi aveva mostrato giorni fa ad alcuni parlamentari a Palazzo Chigi un video girato dalle famiglie con le testimonianze dei bimbi raccolte dai genitori. Alla notizia le famiglie, con l'avvocato Carlo Taormina e Arianna Di Biagio, portavoce di Agerif, l'associazione dei genitori di Rignano Flaminio costituitasi dopo i presunti abusi, hanno reagito annunciando querela per diffamazione e chiedendo le dimissioni del sottosegretario, accusandolo di «difendere i pedofili». «Querela? Semmai sono io ad aver già dato mandato di querela», dice sereno Giovanardi. E rilancia: «Avevo visto quel video, girato dalle famiglie in casa. Ricordo quella bambina, indotta ossessivamente a dire certe cose. Dov'è finita la Carta di Noto? Ci siamo dimenticati che se c'è un contagio psicologico all'inizio, tutto il resto nel processo di testimonianza viene inquinato e ci si avvita in qualcosa di costruito?». Mancanza di prove oggettive. Questo, ancora una volta, è il macigno che pesa sul caso Rignano. «A un certo punto era sembrato che la prova regina fosse una vigilessa - prosegue - Avrebbe visto i bambini uscire da scuola in situazioni "strane". Poi venne fuori che la vigilessa aveva visto semplicemente i bambini sul pulmino, in un contesto normalissimo». Conclusione? «L'unico elemento su cui le accuse continuano a basarsi è: "I bambini stanno male". Certo che stanno male, ed è il problema più grande. Ma così staranno sempre peggio. I pedofili veri esistono eccome purtroppo. Ma c'è tutta una letteratura che parte dai processi contro le streghe nel Seicento in Valtellina, tra commercio col demonio, riti satanici e presunti atti pedofili. Gli indagati di Rignano, se anche verranno assolti, resteranno comunque marchiati a vita dalla più infamante delle accuse».Rac. Zin.

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