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Su questo ultimo versante gli sforzi del nostro Governo sono stati consistenti.

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Dobbiamoricordarci comunque cosa ci insegna la teoria economica e l'esperienza concreta. Gli effetti sulla occupazione si manifestano sì con ritardo, ma prima o poi hanno luogo se l'economia non riprende. Ed è quanto comincia a succedere anche in Europa e in Italia. Difficile prevedere il seguito di questa vicenda e capire cosa succederà nei prossimi mesi e il Rapporto del Cnel è molto prudente nel proporre i numeri delle previsioni. Una cosa è comunque certa: se la ripresa ritarderà ancora molto, gli effetti sulla occupazione saranno pesanti e rischieranno di diventare persistenti. Sappiamo che, in larga misura, la ripresa dipenderà da fattori esterni, al di fuori del nostro controllo. Spetta a noi, però, mettere in campo gli interventi diretti a rendere socialmente sopportabili gli effetti sull'occupazione e sfruttare queste condizioni, di per sé negative, per una ristrutturazione dell'apparato produttivo per renderlo capace di sostenere la ripresa con un elevato livello di competitività. Occorrerà gestire una efficace politica della mobilità del lavoro, con politiche attive che coinvolgano le parti sociali. Bisogna insistere sul fatto che le aziende non disperdano il capitale umano accumulato, ma anche che i fattori produttivi siano impiegati secondo un utilizzo efficiente. Il nostro Paese non sarà in grado di recuperare in tempi ragionevoli , il terreno perso in questi due anni, se la futura crescita economica avverrà ai ritmi, molto modesti, del passato più recente. Il nostro potenziale di crescita va decisamente aumentato e questo può succedere solo attraverso le riforme di cui da tempo si lamenta la mancanza. Antonio Marzano Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro

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