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Jackie Kennedy Onassis inimitabile icona di stile la vera regina del '900

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Epensare che quest'appellativo non piaceva affatto a Jacqueline Lee Bouvier, detta Jackie, coniugata Kennedy in prime nozze e Onassis in seconde, perché a lei che ancora bambina era diventata un'esperta cavallerizza praticando l'equitazione nella tenuta dei nonni paterni in East Hampton, sembrava il nome di un cavallo. Eppure, ancora oggi le donne di classe, si ispirano a lei, impeccabile e seducente, perfetta ed elegante, senza lacrime dietro al velo nero nei funerali, senza sorrisi negli abiti pastello ai matrimoni, vera musa e regina del Novecento. Chi non vorrebbe indossare un foulard Hermés, al collo o in testa, con la sua nonchalance, chi non vorrebbe avere la sua allure con le infradito, il pantalone affusolato alla cavaglia e un dolcevita smanicato in quello «stile Capri» che proprio lei rese famoso? Era lei, infatti, a creare la moda e non gli stilisti, che semplicemente accontentavano le sue richieste, da Givenchy a Chanel, da Balenciaga a Oleg Cassini e Valentino. Nata il 28 luglio 1929 a Southampton, Jacqueline Lee Bouvier è la donna che visse tre volte: la sua prima vita finì a Dallas, nel 1963 con l'assassinio di John F. Kennedy, 35° presidente degli Stati Uniti d'America che aveva sposato il 12 settembre 1953, diventando la Fist lady più giovane della storia; la seconda nel 1975, quando morì il secondo marito, Aristotele Onassis, l'armatore greco più ricco del mondo, che da regina di Camelot la fece diventare regina di Skorpios; la terza nel 1994 quando un tumore al sistema linfatico la uccise a 65 anni. Visse sotto i riflettori, ma non lasciò mai trapelare il suo dispiacere e la quasi depressione quando, l'ex ragazza di Newport con la puzza sotto il naso, si rese conto che JFK, l'uomo che tanto amava non le risparmiava le sue scappatelle, una per tutte quella con il sex symbol Marilyn Monroe. Il giorno che, tenendo Caroline e John John, i suoi bambini, per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew, il London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà». Quando nel 1970, nel suo appartamento sulla Fifth Avenue, vide sulla copertina dei giornali scandalistici, la foto di suo marito Ari, per la middle class puritana un rozzo avventuriero di alti mezzi e bassa statura, da Chez Maxim con la Callas, ebbe una reazione «regale»: prese immediatamente un aereo per Parigi e si fece fotografare nello stesso ristorante con il marito. Quattro giorni più tardi la Callas tentò il suicidio. Per nulla amante del gossip fu lei stessa, nel '94, pochi mesi prima della sua morte, a chiedere all'amica e confidente Nancy Tuckerman di dire la verità sul suo tumore al sistema linfatico, alla stampa «per evitare che i pettegolezzi prendessero il sopravvento», imbrattando la "privacy" che da anni difendeva con ossessiva ostinazione. Eppure a 15 anni dalla morte arrivano rivelazioni piccanti sulla storia d'amore che Jakie avrebbe avuto con il cognato Bob. Come dire, Jacqueline amò due Kennedy e i due fratelli non condivisero solo Marilyn Monroe...perché secondo il libro «Bobby and Jackie: a Love Story» di David Heymann, (che ha setacciato gli archivi dell'Fbi e del Servizio Segreto) ebbe con Robert una relazione tanto passionale quanto scandalosa, tollerata dai famigliari, nota a molti, ma rimasta sconosciuta all'opinione pubblica. Lo scandaloso flirt, nato dopo lo straziante lutto, durò circa quattro anni e quando il 4 giugno del 1968 spararono a Robert, fu proprio Jackie, e non la moglie Ethel che sapeva e tollerava, a ordinare ai medici, il 6 giugno, di staccare la spina. Il clan Kennedy smentisce con decisione tutto quanto raccontato da Heymann nel libro appena uscito compresa la liaison clandestina tra l'ex first lady e l'affascinante Marlon Brando. Accadde un anno dopo l'assassinio di JFK, la giovane vedova e il ribelle di Hollywood s'incontrarono a una cena e trascorsero due notti insieme. Fu Jackie a piantarlo. Comunque non sarà il gossip nel terzo millennio a scalfire l'immagine di Jacqueline Kennedy Onassis, first lady indiscussa e seducente, con il tailleur rosa macchiato di sangue nel tragico giorno a Dallas, con l'abito bianco e il nastro nei capelli fresca sposa in Grecia, con il soprabito giallo e il cappellino in tinta durante una visita di Stato, con gli amati figli ad un anniversario della scomparsa del padre. Il suo adorato figlio così diceva di lei: «Tre qualità per descrivere mia madre? Il suo amore per le parole, il suo attaccamento alla casa e alla famiglia, il suo spirito d'avventura». È forse per questo che, ancora oggi, come titolò il New York Daily News all'indomani della sua morte «Ci Manca».

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