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L'ultima di Veltroni: «Alleanza con i Socialisti»

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Sologli stolti non cambiano mai idea. Walter Veltroni lo ha fatto più di una volta nella sua carriera politica. Se così non fosse sarebbe già da tempo nella sua amata Africa. Invece è ancora qui e, mentre continua a litigare con Massimo D'Alema (anche se lui nega), disegna gli scenari futuri del Pd. Ieri, ad esempio, intervistato dal Corriere della Sera, ha tracciato il perimetro delle alleanze entro cui dovrà muoversi il partito. «La piattaforma di Franceschini - ha spiegato - disegna un partito con l'ambizione di cambiare radicalmente il Paese, diventando il perno dell'Alleanza riformista per l'Italia. Questo Pd dovrebbe sviluppare innanzitutto il rapporto con la formazione di Vendola, i socialisti di Nencini, i Radicali». La cosa, detta così, sembra piuttosto lungimirante. Peccato che appaia alquanto ridicola. Infatti poco più di un anno fa, stringendo alleanze in vista della Politiche, fu proprio l'allora segretario del Pd a rifiutare l'alleanza con i Socialisti di Boselli e con le forze della sinistra preferendo l'Idv di Antonio Di Pietro. Oggi, invece, spiega Veltroni, l'ex pm non fa parte della «prima fascia di alleati». Insomma Walter ci ha ripensato. E Riccardo Nencini, segretario del Ps, non si lascia sfuggire la possibilità di un commento sul filo dell'ironia: «Meglio tardi che mai. Veltroni dimostra oggi di aver cambiato radicalmente idea sul futuro delle alleanze del suo partito. Almeno in questo la sconfitta elettorale dell'anno scorso è stata utile a dimostrare che il Partito democratico non poteva pretendere di rappresentare da solo tutte le opposizioni. Il banco di prova di questo cambiamento di rotta sono le prossime elezioni regionali».

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