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Le autonomie del Sud hanno fallito

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Bersagliodi Lombardo è stato ieri il «nordismo» della maggioranza di Berlusconi, con qualche insofferenza alla politica economica di Tremonti e con qualche speranza di vedere Micciché tagliare il «cordone ombelicale» con il Pdl. Sullo sfondo del nuovo partito del Sud, una sorta di alleanza fra governatori, più o meno decaduti: i vari Antonio Bassolino, Agazio Loiero, Nichi Vendola e con loro quella dimensione regionale della politica, in cui tanto aveva creduto a suo tempo Salvemini e di cui tanto aveva diffidato Giustino Fortunato. Bassolino, Loiero, Vendola, come si era udito l'altro ieri alla presentazione del rapporto Svimez, un leghismo del Sud lo vorrebbero. Non fosse altro per far dimenticare quanto male (Bassolino addirittura malissimo) hanno gestito il loro potere. La Regione in Sicilia nacque poco prima della Costituzione. Nel resto d'Italia solo nel '70. Il meridionalismo da allora uscì dagli orizzonti della politica nazionale ed è oggi vile attribuirne la causa alla stagione successiva del leghismo e dello stesso Tremonti. Dalle Regioni e, più in generale, dalla Repubblica delle autonomie, lo Stato venne degradato a «sportello». Ne è derivato un modo distorto di intendere la questione meridionale, svincolandola da ogni quadro programmatico nazionale. Quasi che il meridionalismo possa, in quanto meridionalismo, rimanere estraneo alla politica di bilancio, alle politiche industriali, energetiche, della ricerca, della scuola. Nell'impostazione di Raffaele Lombardo e del suo pretenzioso partito del Sud riaffiora questa idea dello Stato sportello. Come se la politica per il Mezzogiorno possa far capo esclusivamente alla capacità (scarsissima, stando ai dati che sono stati pubblicati l'altro giorno dallo Svimez) delle autonomie regionali. Come se nel Mezzogiorno, più di Fortunato oggi sia attuale Salvemini. Non è così. L'anno scorso in Campania, quella dell'immondizia altro non fu che la tragedia del regionalismo. Berlusconi a Napoli ha saputo far riscoprire lo Stato. Le Regioni e il loro demi-monde furono allora davvero avare di solidarietà. Ma Raffaele Lombardo è parso ignorarlo. Il che, per il suo partito, sembra il vero limite di credibilità. Luigi Compagna senatore Pdl

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