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Abbiano il coraggio di batterlo al congresso

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Franceschinisa che per la maggioranza del Paese il conflitto di interessi non è tema decisivo, tanto che dal 1994 ad oggi gli italiani hanno incoronato vincitore per ben tre volte Silvio Berlusconi. Franceschini agita il tema del conflitto di interesse per attaccare Massimo D'Alema - che da primo ministro favorì l'approvazione di una legge sul conflitto di interessi condivisa con il centrodestra - e per il suo tramite lo sfidante Pierluigi Bersani, candidato dalemiano. Il quale, a sua volta, ha gioco facile nell'addebitare a Franceschini e a Veltroni le quattro sconfitte elettorali consecutive del 2008 e del 2009. In questo quadro ha gioco facile Beppe Grillo a irritare i vertici del Pd, fare un regalo a Di Pietro e tanta pubblicità a se per la prossima stagione teatrale. Invece di cercare la pandetta con cui dichiarare nulla l'iscrizione di Grillo, i candidati segretari del Pd sfidino il dipietrista apertamente, sul piano dei valori e dei principi. E sconfiggano insieme lui e il suo mandante: Antonio Di Pietro. Giorgio Stracquadanio

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