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Napolitano firma ma con "perplessità"

Giorgio Napolitano

Fini: "Rilievi politicamente incisivi"

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla fine l'ha firmata. Così la legge sulla sicurezza, approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso, è diventata, a tutti gli effetti, legge dello Stato italiano. Ma se fino a qui non c'è stato nulla di strano l'invio contestuale di una lettera indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e della Giustizia, Angelino Alfano, ha scandalizzato più di qualcuno. Infatti, se da un lato è previsto dalla Costituzione che il Capo dello Stato promulghi o rimandi alla Camere una legge, dall'altro e risultato decisamente singolare che Napolitano abbia deciso di esprimere le proprie «perplessità» e «preoccupazioni» circa l'insieme del provvedimento in una lettera nella quale puntare l'indice in particolare contro il reato di clandestinità e il via libera alle ronde previsti dalla legge.   Una lettera di cinque pagine scritta perché, come riporta il testo: «Il presidente della Repubblica non può restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilità che un provvedimento di rilevante complessità e evidente delicatezza solleva, per taluni aspetti, specie sul piano giuridico». Tutti aspetti che però non sono stati sufficenti a Napolitano per negare l'emanazione la legge dato che, spiega il Capo dello Stato: «Ho ritenuto di non poter sospendere in modo particolare l'entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, che rafforzano il contrasto alle varie forme di criminalità organizzata sia intervenendo sul trattamento penitenziario da riservare ai detenuti più pericolosi sia introducendo più efficaci controlli e sanzioni per le condotte di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e nell'economia legale».   Subito dopo, però, Napolitano sottolinea: «Non posso tuttavia fare a meno di porre alla vostra attenzione perplessità e preoccupazioni che, per diverse ragioni, la lettura del testo ha in me suscitato». Il Capo dello Stato ricorda che il ddl traeva origine dal decreto, sul quale già «si era convenuto» di espungere alcune norme che non avevano i requisiti di necessità e urgenza. Poi sottolinea che, dai 20 articoli originari, il testo si è allargato nel primo esame del Senato (5 febbraio 2009) a 66; e poi ai tre maxi-emendamenti per la fiducia alla Camera il 14 maggio scorso, «poi nuovamente apposta al Senato» per il via libera definitivo. Ed e questo modus operandi che non piace a Napolitano. Non gli va che «quando si legifera su temi che riguardano diritti costituzionalmente garantiti e coinvolgono aspetti qualificanti» si scrivano testi che l'opinione pubblica potrebbe non capire.   Il Capo dello Stato passa quindi agli «esempi» di norme che gli sono apparse di rilevante criticità e sulle quali auspica in maggiore approfondimento come: il nodo del reato di immigrazione clandestina, che punisce «non solo l'ingresso ma anche il trattenimento nel territorio dello Stato», il ruolo del giudice di pace, le previsioni relative alla pena per il nuovo reato e le norme sull'espulsione. Da Palazzo Chigi le valutazioni di Napolitano sono state accettate con favore e, in una nota, è riporatta anche la promessa che saranno valutate attentamente e che si terrà conto delle notazioni e dei suggerimenti a partire dalla prima applicazione della legge stessa.   Di tutt'altro avviso è il leader dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro, per il quale il Capo dello Stato avrebbe dovuto rinviare la legge anziché esprimere «lamenti che sono solo grida al vento». E se il resto della politica si schiera con il presidente della Repubblica e l'opposizione chiede al Governo di smetterla con i decreti legge e i voti di fiducia, singolare è l'attacco dell'ex presidente del Senato, Marcello Pera del Pdl: «Quella lettera è palesemente fuori dai poteri che la costituzione gli assegna. Non è la prima volta che Napolitano si comporta in questo modo: già in passato egli ha introdotto surrettiziamente nella costituzione istituti non previsti».  

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