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Franceschini: "E' necessario un nuovo riformismo"

Il segretario del Partito Democratico Dario Franceschini

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Dario Franceschini illustra il suo programma all'Acquario romano ed elenca le parole chiave della sua idea di riformismo: "La prima parola è fiducia" come "risposta alla paura che la destra alimenta e scavalca parlando di sicurezza". E quindi, "servono misure e comportamenti che alimentino la fiducia personale e collettiva, che tiene insieme la vita, le comunità, il mercato. Tutte le nostre politiche e le nostre proposte concrete devono essere costruite attorno a questo messaggio positivo". Invece che avere quella paura che "spinge alle ronde, a difendersi da soli, a rinchiudersi in casa impauriti dagli altri che ti vivono vicini e da come te li rappresenta la televisione". Secondo Franceschini, servono misure per "proteggere i lavoratori e i cittadini dalla crisi" ma anche "riforme economiche necessarie a dare prospettive a famiglie e imprese" fino alle "riforme istituzionali che ridiano fiducia ai cittadini in uno stato e in una politica che debbono essere basati sulla trasparenza e sull'efficienza". Serve poi, "combattere la precarietà, migliorare le condizioni dei lavoratori e dare alle imprese protezione dalla crisi e sostegno per innovare, sono due pezzi della stessa politica, la nostra politica". E ancora, ridare fiducia alle persone impaurite, "per questo vogliamo cambiare il nostro Welfare". La seconda parola del riformismo di Franceschini è regole: "Da anni - sostiene - la destra italiana predica la sregolatezza che tollera o incentiva le irregolarità, che esalta l'individualismo, la furbizia dell''ognun per se'' in ogni campo". E invece, sottolinea Franceschini, servono "buone regole" che sono "strumenti di tutela dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze. Noi vogliamo buone regole che oltre a sancire i diritti, stabiliscano doveri e responsabilità, garantiscano la sicurezza collettiva. Se ci fosse stato più rispetto delle regole - dice l'attuale segretario del Pd - non avremmo avuto i disastri di Viareggio e le conseguenze del terremoto che ha colpito L'Aquila e l'Abruzzo. Non avremmo 1.300 morti sul lavoro ogni anno e oltre 6.000 sulle strade".  

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