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Ronchi chiama all'unità gli eurodeputati italiani

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STRASBURGO«E ora facciamo squadra». Il Parlamento europeo apre stamattina la nuova legislatura e prioprio alla vigilia il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, vola a Strasburgo per incontrare la delegazione dei deputati italiani. E proprio dalla cittadina francese, capoluogo dell'Alsazia, lancia un appello forte: «Facciamo squadra», insiste. Insomma, restiamo uniti. Destra e sinistra, unite almeno quando in gioco ci sono le grandi partite che riguardano il Paese. «Il governo italiano e il parlamento europeo - spiega il titolare del relativo dicastero - possono lavorare assieme». Un invito che si inserisce proprio nel solco delle parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha chiesto giusto domenica che il clima politico resti più civile, che il confronto tra maggioranza e opposizione rimanga pacato. Ronchi lo dice apertamente: «Sono qui per ossequio al Capo dello Stato perché, anche in Europa, possiamo fare in modo che il suo appello si concretizzi in una collaborazione sui grandi temi». Non nasconde poi che «in questo senso le condizioni rispetto al trattato sono senz'altro migliori». E nel dirlo gli si illuminano gli occhi. Ad un certo punto serra la bocca. E chiaro che pensa alla sinistra radicale che non c'è più e che comunique si mette di traverso proprio nella fase delicata delle trattative sul pacchetto clima e che avrebbe finito col danneggiare molte imprese italiane a cominciare da Fiat giusto un anno fa. Intanto spiega Ronchi «l'interesse nazionale non è uno slogan da campagna elettorale. Mi auguro che ci sia sempre coesione nazionale quando in ballo ci sono decisioni che possono cambiare la nostra vita». Un desiderio che vorrebbe veder realizzato almeno per quanto riguarda i grandi temi. E per i grandi temi l'esponente del governo ne elenca soprattutto tre. Al primo posto il ministro pone l'ambiente: «Bisogna cogliere le opportunità che deriveranno da un riorientamento della nostra economia in ambito ambientale. I cambiamenti climatici e l'energia sono e dovranno essere una priorità». Il secondo punto invece e riservato ai problemi occupazionali che per Ronchi saranno il triste risvolto della crisi economica: «Nel corso dell'ultimo anno la crisi economica ha pesantemente condizionato l'Agenda europea e continuerà a farlo nei prossimi mesi quando, almeno per l'Italia, l'impatto sull'occupazione si farà sentire in tutta la sua forza». Un'analisi seguita da un auspicio: «Mi auguro che la nuova Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e con il Parlamento, sappia essere più attiva ed efficace di quanto non abbia fatto fino ad ora». Infine, terzo ed ultimo grande tema, è l'immigrazione. Ronchi ha voluto ricordare quanti sforzi sono stati necessari per inserire l'argomento nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo: «Oggi tutte le più grandi questioni non possono essere più trattate da un singolo Stato ma devono essere affrontate dall'insieme dell'Europa. Il problema è che l'Europa deve saper investire e crederci». Ma non si limita a questi punti. Guarda anche più avanti. Pensa anche alla legislatura che si sta aprendo e immagina che il tema principale sarà «quello della politica che riscopre la sua supremazia sull'economia, quella politica che tornerà a dettare le regole». Poi l'augurio è rivolto a tutta la delegazione con l'auspicio che sappia prendere una posizione forte «di critica e condanna nei confronti dell'Iran». E per questo fa sapere che: «Avrà tutto il mio appoggio una mozione che alcuni parlamentari stanno per presentare e con la quale si chiederà all'Europa di intervenire contro gli eccidi dei cristiani nel mondo».

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