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«Sull'Iran non ci sarà un'attesa infinita»

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PerObama su questo punto «l'opinione del mondo è molto chiara» e il G8 lo ha confermato. Il presidente americano ha poi aggiunto: «Restiamo seriamente preoccupati per gli orribili eventi attorno alle elezioni presidenziali, e siamo profondamente turbati dai rischi di proliferazione che il programma nucleare di Teheran pone al mondo». Poi ha sottolineato che è stato «offerto a Teheran un cammino per assumere il posto che gli spetta di diritto nel mondo ma quel diritto è accompagnato da responsabilità». Se entro i prossimi mesi l'Iran non dovesse cambiare la sua posizione, finora intransigente, «sarà necessario intraprendere ulteriori azioni». Obama ha spiegato che i leader del G20 faranno il punto della situazione sull'Iran quando si rivedranno al vertice di Pittsburgh del 24 e 25 settembre. Obama ha anche parlato di sicurezza alimentare. Ha ricordato la storia di suo padre nato in Kenia, per convincere gli altri leader a varare il piano da 20 miliardi di dollari. «Quando mio padre venne negli Usa per studiare, il pil del Kenia era superiore a quello della Corea del sud. Oggi è il contrario», ha detto il presidente sottolineando che «non c'è ragione per cui le nazioni africane» non possano seguire lo stesso cammino di sviluppo. Obama ha anche ricordato che una parte della sua famiglia vive in un villaggio dove altri soffrono ancora la fame. «È una cosa che capisco in termini molto personali», ha aggiunto. Dopo avere lasciato l'Italia, Obama visiterà il Ghana. Obama ha anche parlato della governance del mondo spiegando che ogni tanto «c'è l'impressione che l'assemblea generale dell'Onu non lavori come ci si aspetti». Per il presidente Usa va quindi rivitalizzata: «bisogna aggiornare, rinnovare e rinfrescare organismi internazionali creati in epoche diverse perchè ovviamente queste istituzioni devono essere adeguate ai cambiamenti che avvengono in questi decenni». Secondo Obama non si può pensare di affrontare questioni globali senza «Brasile, Cina e India». Infine «è importante rispettare la sovranità delle nazioni e risolvere i conflitti con la diplomazia». Obama prima di partire ha reso omaggio alla città de L'Aquila: «Sarà ricostruita. La coraggiosa gente di questa città sarà sempre nel nostro cuore».

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