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Mancino: «Il carcere garantisca i diritti»

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Aquasi tre anni dall'entrata in vigore del provvedimento di clemenza, più noto con il nome di indulto, il problema del sovraffollamento delle carceri torna ad alimentare il dibattito tra magistratura e politica. Tra i più preoccupati c'è proprio lui, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, decisamente colpito dalle parole degli oltre 50 magistrati di sorveglianza presenti ieri alla riunione del coordinamento nazionale tenutasi nella sala conferenze del Csm che analizzavano l'attuale situazione di disagio delle carceri in Italia: materassi a terra per dormire in celle sovraffollate, infermerie ridotte a lazzaretti, pienone anche negli ospedali psichiatrici giudiziari e nelle case di lavoro. «Siamo sopra una polveriera», hanno detto alcuni magistrati, rilevando come ad un sovraffollamento senza precedenti si aggiunge il caldo estivo che da sempre complica e rende più faticosa la situazione negli istituti di pena. Così l'intervento dell'ex presidente del Senato, Mancino, non poteva che puntare ai principi costituzionali che presiedono all'esecuzione della pena: «La gravità dell'attuale sovraffollamento rende ancora più evidente l'ostacolo all'attuazione del percorso rieducativo dei detenuti e, più in generale, alla realizzazione dei loro diritti fondamentali e del diritto alla salute». Un'analisi che continua anche nel momento in cui si è soffermato sull'applicazione del articolo 41 bis dell'ordinamento che prevede l'adozione di un regime carcerario maggiormente afflittivo in funzione di una più efficace lotta alla criminalità organizzata ricordando la delibera del 10 giugno 2009 approvata dal Consiglio che, pur esprimendo parere favorevole alle norme del «pacchetto sicurezza», ha evidenziato l'obbligo di «dare attuazione ai principi affermati dalla Corte Costituzionale e consentire che il regime in oggetto venga applicato conformemente alla Costituzione». Dichiarazioni che hanno suscitato l'immediata replica del presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «Tenere in isolamento i boss mafiosi è la cosa più costituzionale che si possa fare. Mancino renda omaggio al coraggio del Parlamento sul 41 bis. Siamo intervenuti dopo la resa di troppi magistrati di sorveglianza».

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