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La giustizia non ha colore nè confini

Il ministro della giustizia del Brasile, Tarso Genro

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Economia ed emergenze mondiali, compreso il terrorismo, i temi in discussione. Ed è a proposito della sicurezza interna ed internazionale che non ci si dovrebbe dimenticare di sollevare la questione dell'estradizione del terrorista rosso Cesare Battisti, al quale il Brasile ha concesso lo status di rifugiato politico. Il Brasile non fa parte del G8. Ma è tradizione che le economie emergenti - Brasile, ma anche Cina, India, Messico e Sudafrica - siano ospiti degli Otto grandi a margine del vertice dei capi di Stato e di governo. La vetrina internazionale è ghiotta. E, con ogni probabilità, anche il presidente brasiliano Lula da Silva coglierà l'occasione del G8+G5 come un nuovo e determinante scenario per sottolineare il ruolo del Brasile nella politica e nell'economia mondiale. Siamo consapevoli che non si possono affrontare i grandi temi mondiali senza il Brasile o la Cina, ma non possiamo permettere che le complesse relazioni tra Stati siano gravemente minate da difficili scelte politiche. Cesare Battisti è un terrorista, giudicato tale e condannato all'ergastolo dalla giustizia italiana per quattro omicidi commessi negli anni '70. Pena mai scontata, data la sua latitanza prima in Francia, poi in Brasile.   Lo scorso novembre, il ministro della giustizia brasiliano, Genro, gli ha concesso lo status di rifugiato politico, impedendo di fatto che un crudele omicida scontasse finalmente la sua pena e che le famiglie delle vittime, di tutte le vittime del terrorismo rosso, potessero vedere almeno in parte lenito il loro dramma. Nulla può giustificare lo status di rifugiato. Inaccettabile leggerezza? Incomprensibile sfida? Perché minare una consolidata partnership politica ed economica? E' giunto il tempo di un confronto sereno e leale. Abbiamo bisogno di sapere che la decisione del ministro della giustizia brasiliano resti isolata e non sia condivisa da nessun altro membro del governo, né dal suo presidente.   La giustificazione della concessione dell'asilo resta per noi oltraggiosa. Vuol dire non avere idea di cosa sia stato il terrorismo in Italia. Vuol dire non avere pietà per le vittime della crudeltà di un pluriomicida mai pentitosi. Probabilmente si terranno a L'Aquila anche vertici bilaterali. Non è escluso un incontro con il presidente Lula. In questa occasione sarà certamente ribadita la reciproca stima e l'intenzione che il caso Battisti non abbia ripercussioni di alcun tipo tra le due diplomazie. Ma resta la nostra amarezza. E il nostro appello, perché un paese amico ci aiuti a fare giustizia. E' un'occasione di chiarezza che meritiamo. Una pagina di storia che va chiusa. Partendo da un punto. La questione non attiene la sfera della politica e della diplomazia. Ma quella giudiziaria. E la giustizia non può avere colore. Non può conoscere frontiere. *Capogruppo senatori Pdl

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