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Usa-Russia: sì al disarmo nucleare

Barack Obama e Dmitry Medvedev

Putin: "Con Obama relazioni più facili"

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Dopo il primo giorno del suo primo vertice al Cremlino il presidente americano già ostenta ottimismo: l'accordo sulla riduzione degli arsenali nucleari sarà completato entro l'anno, il reset delle relazioni tra i due paesi è stato lanciato, il presidente russo Dmitri Medvedev è una persona sincera e pratica con cui si può lavorare insieme e di cui ci si può fidare. «I rapporti tra Russia e Stati Uniti sono andati per un certo periodo alla deriva - ha detto ieri il presidente Obama durante una conferenza stampa congiunta con Medvedev - Abbiamo deciso di rilanciare questi rapporti. Nel giro di sei mesi è esattamente quello che abbiamo fatto».   Il nuovo corso dei rapporti tra Washington e Mosca è cominciato con la firma di una serie di accordi bilaterali, in un salone del Cremlino tutto stucchi dorati e grandi porte a specchio, seguito a quattro intense ore di colloqui tra i due presidenti. Un modo, lo spettacolo delle firme, per dare risalto alla concretezza della nuova era russo-americana. Tra i documenti firmati c'è un accordo quadro che indica i traguardi dei negoziati nucleari: ridurre le testate nucleari ad un raggio tra 1500 e 1675 e quello dei vettori ad un raggio tra 500 e 1100. Il presidente russo è riuscito ad ottenere una vittoria importante: un legame tra queste riduzioni di armi offensive e la questione dello scudo missilistico. Ma il presidente Obama, ribadendo che lo scudo mira a fare protezione dalla minaccia missilistica di paesi come la Corea del Nord e l'Iran, si è detto convinto della possibilità di trovare con Mosca una soluzione di compromesso che tenga conto della necessità di utilizzare lo scudo ma anche delle preoccupazioni russe sul danno che potrebbe essere provocato al loro deterrente nucleare. Nel frattempo Obama ha incassato un successo sull'Afghanistan: uno degli accordi firmati vede la Russia concedere il transito sul loro corridoio aereo dei voli militari americani destinati a portare rifornimenti di ogni tipo (compresi forze militari) alle truppe in Afghanistan per un massino di 4500 voli l'anno. Obama ha reso merito a Medvedev. Ha detto che è una persona "diretta" che dice quello che pensa in modo "franco". Rispondendo ad una domanda su chi sia veramente al potere tra Medvedev e Putin, l'inquilino della Casa Bianca ha cercato di dare una risposta diplomatica: «Il presidente Medvedev è il presidente, il premier Putin è il premier. Per quello che mi riguarda, il mio interlocutore è il mio omologo», ha affermato Obama, che domani vedrà comunque Putin per una colazione di lavoro. Il presidente Usa ha comunque riservato un elogio inaspettato alla "strana coppia" al potere in Russia: «Putin e Medvedev lavorano con grande efficacia insieme». Il presidente Obama ha elencato una serie di settori dove i due paesi hanno interessi comuni e possono rafforzare la cooperazione: la sicurezza, i problemi economici, l'energia, la questione climatica. Ma vi sono anche problemi dove le posizioni degli Stati Uniti e della Russia appaiono per il momento non riconciliabili. Uno di questi è la Georgia. Il presidente Obama ha affermato durante la conferenza stampa al Cremino che «la sovranità e la integrità territoriale della Georgia devono essere rispettate». È un tema sul quale il presidente Obama tornerà sicuramente, ha anticipato oggi la Casa Bianca, nella conferenza che terrà domani alla New Economic School, un discorso che mira a delineare la nuova filosofia (dal punto di vista di Obama) dei rapporti tra Stati Uniti e Russia. La Casa Bianca ha rivelato che Obama e Medvedev hanno dedicato molto tempo della parte privata delle loro quattro ore di colloqui, oltre alla questione della riduzione degli arsenali nucleari, anche all'Iran, dove gli Usa cercano una maggiore cooperazione di Mosca nel convincere Teheran a rinunciare al suo programma nucleare. L'enfasi nelle dichiarazioni di Obama e Medvedev era tutta sulle possibilità di cooperazione tra i due paesi mettendo da parte il "fardello" del rapporto acrimonioso e velenoso della fase finale dell'era Bush. Resta adesso da far vedere quanto durerà questa fase di "luna di miele" tra i presidenti delle due maggiori potenze nucleari del pianeta. Obama si è detto sicuro di giungere ad una intesa entro la fine dell'anno sull'accordo nucleare. Ma la questione dello scudo missilistico, che continua a preoccupare i russi, non può essere spazzata facilmente sotto il tappeto.

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