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Rutelli sceglie Dario, il male minore

Francesco Rutelli

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I «Liberi Democratici» di Francesco Rutelli si schierano con Dario Franceschini nella corsa alla segreteria del Pd. In apertura della due giorni di assise dell'area che fa capo all'ex presidente della Margherita il suo braccio destro Paolo Gentiloni lo dice chiaramente. Il manifesto, messo a punto per la «convention», intitolato «Rendere l'onore alla Politica» e nel quale si torna a chiedere il «coraggio delle riforme», sarà, spiega, il contributo di quest'area del partito alla mozione di Franceschini. Non un assegno in bianco, specifica però l'ex ministro delle Comunicazioni. «Il nostro - precisa - non è un contributo incondizionato, a scatola chiusa: dobbiamo essere molto esigenti sia sotto il profilo congressuale che del pluralismo identitario e organizzativo che deve fare proprio il Pd. Saremo esigenti perché una cosa deve essere chiara: è vero che il Pd non può fare passi indietro ma non può nemmeno stare fermo per non ripetere gli errori degli ultimi due anni, per questo dobbiamo batterci». L'obiettivo di questo gruppo spiega Rutelli, non è quello di fare una corrente. «Non siamo - scandisce - un gruppo di uomini e donne uniti a tutela di un interesse di potere e una volta fatto questo poi vengono le idee. Siamo un gruppo unito da idee, proposte, valori, lavoriamo con lealtà e amicizia per ottenere la forza, anche organizzativa, per affermarli». Idee che, almeno a giudicare dal documento dei «free-dem», con il quale si è aperta la due giorni, peseranno nel dibattito interno al partito. «Il Pd - si legge - è nato per risolvere la crisi di un'ingovernabile Unione di centrosinistra; perché le tradizioni democratiche italiane, incluse quelle della sinistra riformista, puntassero al cuore, al centro della società, per sconfiggere il populismo di destra e guidare una coalizione che non subisse il condizionamento delle tendenze minoritarie di sinistra (conservatrici, demagogiche, giustizialiste). Una minaccia pesa sul prossimo congresso del Pd: che sia una battaglia per prevalere nella ricerca dei consensi interni. Occorre invece dar vita a un progetto appassionante e convincente che prepari la strada per la prossima maggioranza democratica nel Paese». Oggi la «convention» continua ed è previsto l'intervento di Massimo Cacciari prima delle conclusioni di Rutelli a fine mattinata. Certo è che per i rutelliani questa non è una partita semplice. «Noi stiamo nel Pd, ci vogliamo restare, ma oggi non ci stiamo bene - spiega Linda Lanzillotta -. Ci stiamo con moltissimo disagio».

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