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I buoni motivi per dialogare con Mosca

Barack Obama

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Il pragmatismo di Obama va oltre il concetto di egemonia mondiale a favore di una più concreta politica dei risultati. Così è evidente che l'amministrazione democratica subentrata dopo otto anni di supremazia repubblicana fondata sull'unilateralismo, debba fare i conti sulla soluzione di non pochi dossier aperti. Quindi la collaborazione con la Russia diventa fondamentale per affrontare questioni come il nucleare iraniano, la crisi afghana e la soluzione dell'annoso conflitto mediorientale. Washington sa bene quanto Mosca sia un player importante in questo grande gioco dove potenze militari, crisi economica e fonti primarie di energia sono tutti elementi da non trascurare. Per riaprire il dialogo con Mosca, gli Stati Uniti preferiscono il colloquio a distanza attraverso la bilaterale Nato-Russia. Un momento delicato nel quale con grande sapienza diplomatica, a dispetto di chi in patria preferisce il chiacchiericcio da cortile, Silvio Berlusconi si è inserito con grande tempismo. La conferma del ruolo privilegiato che l'Italia mantiene quale mediatore tra Russia e Occidente. A dispetto anche di altri partner europei come Germania e Francia che mentre cercano di vantare amicizia con Mosca, appoggiano le iniziative di Svezia e Polonia in sede Unione europea per ampliare il partenariato con le repubbliche dell'ex Unione Sovietica. Una sfida che Mosca non ha gradito. Ed ecco che il ruolo italiano è servito per disinnescare l'ennesimo periodo di contrasti. Obama vuole il coinvolgimento russo nella soluzione delle grandi questioni. Nei prossimi giorni il presidente Usa e Medvedev avranno più occasioni di incontro. In Italia prima di tutto con ancora una volta Berlusconi mediatore al G8 de L'Aquila. Poi ci sarà il viaggio di Obama a Mosca. Nel frattempo ecco dipanarsi l'importanza del ruolo di Mosca. La Russia ha senz'altro molto peso nella questione iraniana. È tecnologia russa quella che sta costruendo i reattori nucleari in Iran. È sempre la Russia che media con la Siria ed Israele gurda a Mosca come interlocutore privilegiato tra i componenti del Quartetto della Road map.   Cordiale accoglienza a Mosca per il ministro degli Esteri di Gerusalemme Liebermann. Stessa accoglienza per Ahmadinejad. Insomma la Russia ha le carte in regola per porsi come negoziatore in quella regione. Non solo. Mosca è uno dei più importanti produttori di gas e petrolio. Con la creazione della Comunità economica euroasiatica si è assicurata l'alleanza degli altri Paesi del Centro Asia come il Kazakhstan altrettanto ricchi di fonte energetiche. In questo scenario diventa pericoloso lo scacchiere caucasico dove Nato e Ue sono schierati con la Georgia. Infatti se Obama ha per il momento congelato il sistema antimissile in Polonia e il progetto del grande radar nella Repubblica Ceca, la questione Georgia rischia di far saltare tutto. Tbilisi quindi potrebbe far cadere il castello di carte che minuziosamente si sta costruendo per tirar dentro Mosca nella soluzione delle fratture internazionali in Medio Oriente. Ma l'ammistrazione Obama ha anche un altro interesse per ricostruire un buon rapporto con Mosca. Nell'ultimo vertice Bric (Brasile,Russia, India e Cina) svoltosi negli Urali, è stata ipotizzata la nascita di una nuova moneta di riferimento che sostituisca il dollaro. Progetto che condiviso con India e Cina rischia di portare l'economia americana in un baratro senza fondo.

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