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Il Cav rivendica il ruolo di mediatore con Mosca

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Conla sua presenza, infatti, il presidente del Consiglio ha rivendicato nuovamente per sé la parte del mediatore tra Washington e Mosca e per l'Italia quel ruolo di cerniera tra Alleanza atlantica e Federazione russa delineatosi anni fa con la conferenza di Pratica di Mare. Indipendentemente dai risultati immediati, Berlusconi potrà così vantarsi di avere "presieduto" , grazie anche all'assenza forzata di Hillary Clinton, su quello che è già stato definito il vertice del disgelo dopo il grande freddo seguito al conflitto in Georgia dello scorso agosto; e - se ben lo conosciamo - non mancherà di farlo valere sia nei confronti del "vecchio amico" Putin sia del "nuovo amico" Obama, che si incontreranno per la prima volta a Mosca tra pochi giorni. Oltre al costante lavoro di mediazione del nostro premier, mirato soprattutto a ristabilire un clima di fiducia tra le due sponde dell'Atlantico, vari fattori hanno contribuito a rasserenare il clima tra Ovest ed Est. Da parte americana, la tacita rinuncia della nuova amministrazione ad allargare la NATO a Ucraina e Georgia, la maggiore flessibilità di Obama sullo scudo antimissile che Bush voleva costruire in Polonia e Repubblica ceca e la necessità di collaborare con Mosca per fronteggiare la triplice minaccia dell'atomica nordcoreana, delle ambizioni nucleari dell'Iran e del terrorismo; da parte russa, le severe limitazioni imposte alle ambizioni internazionali dalla crisi economica, che ha più che dimezzato la rendita petrolifera, e la crescente necessità di investimenti occidentali. Anche se i Paesi della NATO si rifiutano di riconoscere l'indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia, le due province che i russi hanno strappato lo scorso anno alla Georgia (e anche a Corfu il problema ha provocato un contrasto di difficile soluzione) , il dialogo è così gradualmente ripreso, nonostante l'incidente delle spie di maggio, prima a livello di funzionari e ora a livello politico; e se lo spirito di Pratica di Mare, dove la Russia fu ammessa nel Consiglio politico della NATO, rimane lontano, siamo sicuramente sulla buona strada. Avere mantenuto buoni rapporti sia con Mosca, sia con Washington durante la lunga fase delle tensioni costituisce un buon viatico per la diplomazia italiana in un anno in cui la presidenza del G8 ci dà una insolita visibilità ed una accresciuta capacità di azione. Inevitabilmente, molte cose potranno passare sopra la nostra testa, specie se tra Obama e la coppia Medvedev-Putin si stabilisse un buon rapporto. Ma resta il fatto che, nel nostro piccolo, siamo tornati protagonisti in positivo, non solo nel rapporto Russia-NATO, ma anche in Afghanistan e in Medio Oriente.

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