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G8 Trieste, l'Iran attacca: "L'Italia non onora i patti"

Il G8 a Trieste

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Per questo Teheran ha disertato la riunione di Trieste. Nel giorno in cui il ministro degli Esteri Franco Frattini chiede agli otto grandi un documento di condanna della violenza in Iran «duro, chiaro e univoco», il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Hassan Qashqavi, addossa all'Italia la responsabilità dell'assenza dell'Iran alla riunione. E assicura che per questa ragione «l'Iran non ha potuto partecipare» ma ciò «naturalmente non impedirà a Teheran di dare il suo contributo per quando riguarda la stabilità e la pace in Afghanistan». Intanto la strada della presidenza italiana di turno del G8 per chiudere una dichiarazione di peso contro il governo di Teheran è sempre più in salita: la Russia infatti continua a frenare e neanche il colloquio odierno tra Frattini e il ministro degli Esteri Lavrov ha sbloccato la situazione. Ma l'Iran, in questa fase, avrebbe potuto essere un invitato utile ma scomodo: dopo l'escalation di violenza post-elettorale, difficilmente Teheran avrebbe potuto dare un contributo. Secondo Frattini, rispetto a tre mesi fa quando è stato formulato l'invito, la situazione si è deteriorata. Pur assente, l'Iran è rimasto comunque al centro del G8. Frattini ne ha parlato subito, ricordando che l'Ue «non può tacere» e chiedendo, come del resto ha fatto poche ore dopo da Parigi il collega francese Bernard Kouchner, un forte documento di condanna. Una posizione «dura e chiara», ha detto Frattini e, soprattutto, «univoca». Con il sì, dunque, anche della Russia che, ha detto il ministro, «non farà mancare il suo appoggio». Ed infatti il dossier Iran finisce al centro del bilaterale Frattini-Lavrov. Il ministro russo, al termine dell'incontro, definisce un «approccio sbagliato» l'isolamento dell'Iran. Il documento univoco sembra allontanarsi, ma Frattini assicura di aver raccolto, in quasi un'ora di colloquio, «la disponibilità della Russia» e si dice certo che la condanna ci sarà, unanime.

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