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Pensioni di anzianità Finita la fuga dal lavoro

Pubblica amministrazione

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La fuga al ritiro anticipato dal lavoro, che ha caratterizzato gli ultimi decenni di riforme della previdenza nel Paese, sembra archiviata. Gli italiani, infatti, restano nella vita attiva più a lungo rispetto al momento in cui maturano i requisiti per la pensione. La conferma arriva dai dati dell'Inps, anticipati dall'Ansa, che nei primi cinque mesi del 2009 vedono poco più di 43mila assegni liquidati, contro gli oltre 132mila dello stesso periodo dello scorso anno, con un crollo del 67%. Si tratta, secondo il presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua, dell'effetto delle nuove norme, ma anche del frutto di un atteggiamento diverso nei confronti del lavoro. Insomma dove non sono arrivate le battaglie campali dei governi, sia di destra sia di di sinistra, per convincere i lavoratori ad alzare l'asticella dell'età per uscire dall'impiego, sono arrivati arrivati la crisi e il buonsenso. L'allungamento dell'aspettativa di vita ha convinto molti a rinunciare ad avere subito un assegno che rischia di non essere più adeguato, eroso dall'inflazione, alle esigenze nel lungo termine. Non solo. Uscire in questo momento dal ciclo lavorativo significa decurtare da subito una parte ormai consistente della rendita vitalizia. Una mossa non proprio ottimale di questi tempi in cui le famiglie devono fungere da ammortizzatore sociale per i figli spesso precari e in fase di espulsione dal mondo del lavoro. Sta di fatto che secondo l'Inps nei primi cinque mesi le pensioni d'anzianità sono state 43.247, a fronte di 132.343 trattamenti liquidati nello stesso periodo del 2008. Nel complesso nel periodo sono state erogate 89.096 pensioni in meno (-67,3%). È finita «l'isteria dello scalone» che «va avanti da anni», ha commentato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Secondo Luigi Angeletti (Uil), è la conferma che «aumentare l'età pensionabile con incentivi è praticabile e la maggioranza dei lavoratori ne approfitterebbe», perché «quando si va in pensione si perde reddito e quindi tutti quelli che possono cercano di non andare». L'andamento, per il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, è invece «la riprova che il sistema previdenziale regge e che non bisogna fare allarmismi».   Bonus imprese Alla buona notizia sul fronte pensioni si aggiunge anche quella che riguarda la proposta del ministro Sacconi sul bonus per le imprese che non licenziano i dipendenti. L'idea ha ricevuto l'approvazione da parte del leadere Cisl Bonanni: «È necessario mettere in campo ciò che serve per scoraggiare l'impresa a licenziare, come la Cig straordinaria, i contratti di solidarietà e gli incentivi». Epifani ha invece rilanciato: «Ci vuole anche un meccanismo premiale per chi rinnova i tempi determinati. Ne scadono oltre un milione».

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