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La civiltà comincia dalla strada

Traffico

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Scene quotidiane. Un autobus si ferma, scendono i passeggeri. C'è chi prova ad attraversare la strada passando davanti alla vettura, convinto di essere nel giusto perché sull'asfalto intravede, anche se sbiadite, le strisce pedonali. Non sa che rischia la vita perché ben pochi automobilisti o motociclisti si preoccuperanno, così come dovrebbero, di fermarsi ma inevitabilmente supereranno l'autobus fermo e per il malcapitato passeggero—pedone—attraversatore se non sarà lui più che attento saranno guai. Oppure, su una strada, qualunque di Roma, gli automobilisti sono alla ricerca disperata di un posto. Che fortuna, eccone uno, é sulle strisce pedonali. Poco male. È davanti a un passo carrabile? Non fa niente. E che grande esempio di senso civico danno a piene mani quei signori che credono la seconda fila sia un'opzione. Si piazzano, e poi via. E se un vigile. Già il vigile. Esistono? Ci sono interi quartieri, provate a passare per via Po, viale Somalia o via Cola Di Rienzo e gli abitati del posto vi diranno che sono una categoria estinta. Forse cancellata da qualche decreto Brunetta. E se compare per caso una divisa si sentirà dire davanti alla evidente infrazione: sono qui da un minuto. Che orologio ha quel signore? trasforma le ore in minuti. E se una mamma decide di uscire con il passeggino se non conosce vie di fuga rischia di trovarsi imprigionata in qualche angolo di strada. Se la carrozzina è quella di un handicappato, un diversamente abile, per essere politicamente corretti, allora scendere dal marciapiede diventa una vera caccia al tesoro. Avete mai visto una carrozzina su un autobus? Eppure sono o dovrebbero essere dotati di tutti gli accorgimenti possibili. Facile la risposta, no. Ma perchè il problema non è salire sull'autobus, un santo che ti aiuta nel caso lo trovi sempre, ma arrivare alla fermata. In certi casi un'auto - magari un potente fuoristrada, con un litro tre Km, quattro ruote motrici, capace di superare chissà quali pendenze - ha scalato il marciapiedi e restringe il passaggio tanto che se non siete a dieta non ci passate proprio. Oppure tentate e sui vostri pantaloni resterà indelebile il marchio del paraurti del mostro. Eppoi moto e motorini ovunque. Ma non provate a protestare. La regola non è il rispetto delle norme e dei diritti degli altri. La regola è la maleducazione. I pedoni sembrano i birilli del bowling, vanno abbattuti. E no, diciamolo una volta per tutti. Non è così che può andare. Anche a Roma non possiamo abituarci all'inciviltà e alla maleducazione. Il rispetto delle regole non è una prerogativa degli stati di polizia. È la normalità in un paese civile. Qualche tempo fa rimasi colpito a New York dal fatto che le auto non ostruivano l'incrocio benchè il semaforo fosse verde se non avevano la certezza di potersi inserire nell'altra parte della strada. Immaginai la stessa cosa a Roma. Provate a fermarvi a un semaforo verde per non occupare l'incrocio. Se vi va bene ve la cavate con una valigia di insulti. Ma si rischia molto di più. Provate a dire a un automobilista in doppia fila che è in errore o a un signore che parcheggia sulle strisce pedonali che non si può fare. Non provateci. Se non siete assicurati o non siete Tyson è pericoloso. Eppure la civiltà di una città comincia da qui. Dalle piccole cose. Dal rispetto dei diritti degli altri. Cominciamo. Facciamo in modo che si cominci.

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