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"Il Csm non interferisca con il Parlamento"

Giorgio Napolitano

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Finisce al Quirinale lo scontro fra i tre consiglieri del Csm e il ministro della Giustizia Angelino Alfano sulle nomine dei magistrati. Giorgio Napolitano, lo aveva annunciato già venerdì scorso da Napoli che, delle dimissioni dei tre componenti del Csm, se ne sarebbe occupato una volta rientrato a Roma, e così ieri ha affidato ad una nota la sua decisione: «Il Presidente della Repubblica ha condiviso l'unanime orientamento del Comitato di Presidenza del Csm a rigettare le dimissioni dei Consiglieri Berruti, Maccora e Siniscalchi da componenti della V Commissione consiliare». Una decisione che mette la parola fine ad una diatriba iniziata la settimana scorsa quando i tre consiglieri, tutti appartenenti a correnti di centrosinistra avevano rassegnato le dimissioni in polemica con il Guardasigilli che aveva attaccato la «logica correntizia» ritenuta la linea conduttrice di alcune nomine all'interno degli uffici della magistratura. E su questa scia si è espresso anche il presidente Napolitano auspicando che tutte le scelte di competenza del Consiglio vengano compiute senza essere «condizionate da logiche di appartenenza correntizia». Un invito che è stato poi puntualizzato nella speranza che le nomine avvengano sulla base di «una pacata e puntuale riflessione critica sulle più corrette prassi da seguire per la nomina di un gran numero di dirigenti degli uffici giudiziari» affinchè non si «possa creare nei confronti di questi ultimi un clima di ingiusta delegittimazione». Un ulteriore appello che il Presidente Napolitano ha fatto dopo quelli che aveva già espresso davanti al plenum del Consiglio. Era il 9 giugno scorso quando, in primis, auspicò «momenti di interlocuzione» più intensi fra il Csm, il ministro della Giustizia e i vertici degli uffici requirenti con i capi delle Procure. Poi il Capo dello Stato invitò il Consiglio ad «evitare di assumere ruoli impropri dilatando, in via para-normativa, i propri spazi di intervento». Un ulteriore richiesta espressa proprio nel momento in cui il plenum si apprestava a prendere posizione sul pacchetto sicurezza in trattazione in Parlamento. E anche su questo punto ieri Napolitano ha voluto commentare: «Il libero scambio di opinioni, e l'espressione di divergenze sulle soluzioni da adottare non dovrebbero interferire nella fase delle decisioni che spettano al Parlamento». La nota del presidente della Repubblica ha sortito subito gli effetti desiderati tanto che i tre togati hanno subito deciso di ritirare le dimissioni. Immediato anche il commentro del ministro della Giustizia Angelini Alfano: «Mi riconosco nel comunicato del presidente della Repubblica: rasserena i rapporti tra istituzioni che hanno il dovere di collaborare e io mi impegno a farlo». Apprezzamento per le parole di Napolitano è stato infine espresso anche dal presidente dell'Associazione nazionale dei Magistrati, Luca Palamara: «Il Capo dello Stato ha riconosciuto il rinnovamento in atto nel Csm e le sue parole sono motivo di riflessione profonda che la magistratura accoglie. Condividiamo l'invito al rispetto per le altre istituzioni, dalle quali ci si aspetta altrettanto rispetto».

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