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Turismo, pacchetto da 1,6 miliardi

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Sitratta, come hanno annunciato ieri a Palazzo Chigi Berlusconi e il neoministro, di un plafond di 1,6 miliardi di euro, «realmente e immediatamente disponibili» per il finanziamento di nuovi investimenti nel settore turistico ricettivo, compresi villaggi, agriturismi e campeggi. Il tutto, finora, con la partecipazione di Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit, Gruppo Banco Popolare, Banca Popolare di Milano e Banca Popolare di Sondrio, che metteranno a disposizione circa 14 mila sportelli. Le aziende, hanno precisato Berlusconi e Brambilla, «potranno usufruire di un prestito fino a 500 mila euro, che potrà arrivare a 2 milioni di euro quando si tratterà di edifici da ristrutturare da zero; inoltre il mutuo potrà essere concesso anche fino all'80% del valore dell'immobile, con un pagamento dilazionabile da un minimo di 6 mesi a un massimo di 20 anni. «Un'offerta eccezionale per le imprese turistiche», l'ha definita il premier, «anche perché contempla la possibilità di pagare per i primi anni solo gli interessi». Ma il piano di rinascita del turismo si prefigge scopi concreti già a medio termine. «Il nostro obiettivo è che questo settore possa rappresentare entro fine legislatura il 20% del nostro Pil, raddoppiando così dall'attuale 10% e avvicinandoci al 17% di Pil della Spagna». Il progetto "Italia & Turismo", ha aggiunto il ministro Brambilla, incarna bene la volontà dell'esecutivo di apportare un segno forte di «discontinuità rispetto al passato», anche alla luce «delle difficoltà prodotte dalla crisi internazionale». Berlusconi spiega cosa ci sia alla base di questo progetto, e cioè che il turismo «è il settore che può avere maggior sviluppo e può incidere nella crescita del prodotto nazionale. Nei prossimi cinque anni, secondo una stima delle Nazioni Unite, i turisti che viaggeranno saranno 1 miliardo e 200mila. «Non si può accettare passivamente - ha detto il premier - il fatto che l'Italia, che fino a qualche anno fa deteneva il primato delle opere d'arte, ora sia stata superata dagli Usa, dalla Cina, Francia e Spagna. C'è bisogno di ripartire con una politica nazionale del turismo», cambiando rotta rispetto a quella seguita dal governo Prodi che, «con soli cinque voti di scarto» ha cambiato il titolo V della Costituzione, attribuendo alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo: «Un errore commesso dalla sinistra», tuona il premier. Fra le esigenze da affrontare c'è poi quella di «destagionalizzare» il settore: il premier ha citato su tutti il caso degli operatori turistici sardi che «sono disperati perché la stagione turistica, ormai dura solo 40 giorni all'anno». L'occasione della presentazione del «Progetto Italia & turismo» è servita anche al premier per presentare ufficialmente il nuovo ministro del Turismo.

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