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Giovanni Galli

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LanfrancoPalazzolo «Dario Franceschini è un segretario per caso. Non può permettersi di dire che la mia candidatura è improvvisata. Per due mesi ho ascoltato i fiorentini e ho elaborato il mio progetto». Giovanni Galli, candidato del Pdl al Comune di Firenze attacca il Partito Democratico. Lei cosa ha provato quando si è candidato come sindaco al Comune di Firenze sfidando il potere della sinistra? «Da cittadino e poi da candidato ho pensato di poter dare alla città una sua stabilità. Il mio obiettivo è quello di ridare a Firenze credibilità e certezze. Molti cittadini hanno perso l'orgoglio della loro identità negli ultimi anni. Questa è stata la molla che mi ha spinto a candidarmi. In questi ultimi dieci anni mi sono impegnato nel sociale. Grazie a questa esperienza ho maturato la convinzione che le istituzioni della città avevano abbandonato i fiorentini. Quando mi è stata chiesta la disponibilità a candidarmi non ho avuto incertezze. Ho risposto immediatamente di sì. Oggi Firenze deve riprendersi i suoi valori per tornare ad essere una città che si è contraddistinta per le sue opere d'arte, ma anche per le qualità dell'artigianato e dell'accoglienza». Cosa ha provato quando Franceschini l'ha accusata di essere un candidato improvvisato per Firenze? «Parla proprio lui?! Ricordo a Dario Franceschini che si è trovato a fare il segretario del Pd per caso, perché Walter Veltroni si è dimesso. Anche lo stesso Franceschini è un segretario improvvisato. Posso solo dire questo. Ma non voglio perdere tempo. Credo che le persone debbano essere rispettate e sapere su quali valori si sono formate. Credo che occorra fare questo prima di esprimere certi giudizi». Perché ha scelto di andare a parlare nelle Case del Popolo? La sinistra è rimasta spiazzata da questa sua scelta. Pensa di avere avuto coraggio? «La mia non è stata una sfida. Credo che sia giusto che tutti conoscano il mio progetto. Prima di elaborare il mio programma ho ascoltato per due mesi i cittadini di Firenze. Mi riferisco ai cittadini di tutti gli orientamenti. Per questa ragione ho deciso di andare anche nelle Case del Popolo senza alcun pregiudizio politico. Il mio obiettivo è quello di rappresentare tutti. Il mio programma è nato con i fiorentini. Non ho mai preso disposizioni dall'alto. Ecco perché ritengo di essere un candidato libero». Cosa pensa delle risse nel centrosinistra fiorentino: la defenestrazione di Graziano Cioni, la sceneggiata di Leonardo Domenici a Roma, la rissa tra Lapo Pistelli e il Pd? «Queste cose non mi riguardano. Sono più interessato al lavoro della giunta precedente. Mi sembra che nel centrosinistra abbiano lavorato male e creato solo confusione. Le risse personali non mi riguardano». Perché ha puntato molto sui giovani e sull'attività della sua fondazione? «Il mio messaggio è chiaro: la nostra generazione non consegnerà la stessa ricchezza che abbiamo ereditato. Ecco perché dobbiamo lavorare per i giovani e dargli dei valori per il futuro». Denis Verdini e Paolo Bonaiuti sono alla guida del centrodestra nazionale. Ora tocca a quello fiorentino andare al governo? «Ho portato avanti un mio progetto. Verdini e Bonaiuti appoggiano la mia candidatura nel Pdl e hanno sostenuto le richieste che i cittadini di Firenze hanno rivolto al mio progetto. È chiaro che personaggi come Bonaiuti e Verdini sono importanti. Loro hanno compreso il mio progetto e lo hanno sposato in pieno. Questo è il segno del sostegno per la rinascita di Firenze». Renzi forse non vincerà al primo turno. Crede che la macchina del potere della sinistra si sfascerà al ballottaggio? «Non so se le amministrative determineranno questo. Credo che le elezioni Europee ci daranno la misura di quello che potrà accadere due settimane dopo».

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