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Silvio torna mattatore

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

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{{IMG_SX}} «Speriamo, speriamo bene. Tutto finirà l'8 giugno». Il sorriso torna a illuminare il volto di Silvio Berlusconi. Torna tra la gente. Un altro Berlusconi quello che arriva a Bari a sostenere la campagna elettorale del candidato a sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia e di quello alla presidenza della Provincia, il professor Schitulli. Un altro Berlusconi. Grintoso. All'attacco. Che torna tra la gente, si mette a passeggiare nelle strade del capoluogo pugliese in autentico delirio di folla. Persone di mezza età che si lanciano incuranti di ogni rischio pur di stringergli la mano, ragazzine che lacrimano perché invece gliel'hanno stretta, signore del Sud che provano a dargli una supplica, ragazze che tremano alla sua vista. La scorta che va nel panico, svenimenti, calca, spintoni, urla. Lui si rigenera, prova ad abbracciare tutti. Lui stesso si preoccupa: «Signora, adagio, adagio, vengo da lei, non si preoccupi». È l'abbraccio della gente, anzi della «ggente». Il tuffo nella piscina carnale dei supporters, dei fans, in pratica dei tifosi. Il Berlusconi che arriva a Bari ha già un altro volto. Scende dall'aereo e al nugolo di deputati che lo attende alla scaletta avverte: «La ricostruzione in Abruzzo è cominciata, abbiamo fatto le prime gare». Una sorta di autotraining autogeno prima della conferenza stampa all'Hotel Palace, nel centro di Bari. Qui parte tonico e spavaldo. Tanto che annuncia: «Ci sono segnali di una crisi minore, cioè non c'è un aggravamento della crisi e si vede qualche segnale di ripresa». Non servono altri interventi del governo, «serve fiducia, coraggio e ottimismo, che sono fattori psicologici fondamentali». «Noi non dobbiamo avere paura e sbaglia chi dice che noi non vediamo la crisi - insiste il premier -. Immaginiamoci se noi giriamo la testa dall'altra parte. La verità è che siamo stati i primi a fare tutto ciò che era possibile e meglio di altri Paesi». Ma è soprattutto è un capo del governo che rivendica i risultati del suo esecutivo. L'Abruzzo, certo. Ma guai a toccargli Napoli: «Ho visto sui giornali nuove foto di Napoli con le strade sporche di sacchetti di immondizia. Devo dirvi che sono sacchetti di immondizia elettorale, o rifiuti che non hanno a che vedere con lo smaltimento». E sottolinea: «Gli italiani sono molto più avveduti di certi politici e di certi giornali, e quindi sanno distinguere la realtà dalle calunnie e la politica dalla spazzatura. Sono sicuro che gli italiani con il voto la spazzeranno via dal dibattito politico». Alza la voce, scandisce le parole. Attacca: non abbiamo tolto un euro al Mezzogiorno. Non abbiamo difeso le banche, le abbiamo aiutate a sostenere le imprese. Bene il piano casa. Il 15 giugno le Regioni daranno il definitivo via libera che potrà movimentare tra 30 e 100 miliardi. E poi toccherà al turismo, pronta la conferenza stampa con la Brambilla per spiegare che le banche daranno una mano con finanziamenti da 1,4 miliardi. Il finale lirico: «Un tempo mi annoiavo di andare in Consiglio dei ministri. Ora sono felice, ho una squadra bellissima di ragazzi e ragazze. Sia chiaro, nessuna è minorenne». Arieccolo, riecco il Berlusconi che fa battute, che scherza. Poi arrivano le domande dei giornalisti. Che vertono sugli argomenti del giorno. Le foto sequestrate dalla Procura di Roma sabato: «Erano foto scattate dentro casa mia, si è toccato il fondo se si viola la nostra privacy». Veronica: «Sono spiaciuto che si arrivi a portare sulle prime pagine dei giornali delle situazioni che dovrebbero soltanto attenere alla vita di una famiglia». E subito torna a parlare del governo. È a Bari e assicura che entro sessanta giorni riaprirà il Petruzzelli: «Mancano le autorizzazioni anti-incendio. E riaprirlo dopo l'incendio che l'ha devastato senza le necessarie autorizzazioni sarebbe davvero troppo». Battute. Da quanto tempo non si ascoltava Berlusconi fare una battuta spiritosa? Pensa all'Europa. Sembra un invasato. Pone l'obiettivo al Pdl di diventare il più grande gruppo all'interno del Ppe, in modo che sarà possibile eleggere Mario Mauro presidente del Parlamento europeo e in modo da condizionare anche l'agenda di Strasburgo. Avanti con i respingimenti: «L'altro giorno sono stato tre ore a parlare con Zapatero. Sapete quanti ne fanno all'anno loro di respingimenti? Ot-to-mi-la». La sala del Palace si trasforma in una piccola arena stracolma. Seguono Olè, applausi e coretti Sil-vio Sil-vio. Lui va avanti. Senza limiti. Qualcuno gli chiede il parallello con il '94: «No, non credo sarà la stessa cosa. Allora ci fu un avviso di garanzia. Stavolta non c'è niente. Niente. Elezioni anticipate? Non ci ho mai pensato». Si commuove quando gli portano la foto della madre al santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. si apre una porticina, dall'altra parte la folla. Le foto. Gli striscioni. «Modugno c'è». I passanti che si fermano a guardare e commentano. «Sta passando lu santo!». Berlusconi avanza acchiappando mani da stringere, lasciandone altre a volteggiare nel mare come se cercassero il salvatore. Il salvatore della Patria. Il Berlusconi che s'avvia all'ultima settimana di campagna elettorale, la comincia con nuove benzina.

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