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"I giornali di sinistra? Scendiletto del Pd"

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Lo fa con collegamenti telefonici e interviste televisive: parla di europee, sicurezza e immigrazione, governo, sinistra, G8, terremoto, e ovviamente il tam tam mediatico sulla vicenda Noemi. Berlusconi a questo punto guarda dritto al voto elettorale della prossima settimana. E lo fa perché sa bene che il risultato sarà fondamentale anche per ristabilire i giusti equilibri all'interno del Palazzo; cruciale per mettere alcuni paletti; la risposta più esaustiva agli attacchi personali ricevuti nelle ultime settimane, da tutti i giornali di sinistra «che fanno da scendiletto al Pd». Ecco che il premier torna a ribadire l'obiettivo finale, l'affermazione del Pdl intorno al 42-43 per cento. «Gli ultimi sondaggi ci danno in continua crescita, grazie anche alla campagna contro di me che si è trasformata in un boomerang per la sinistra», spiega Berlusconi intervenendo telefonicamente a un'iniziativa elettorale del Pdl a Vicenza. Il premier afferma anche che il Pdl otterrà «un risultato pari o superiore al 40%, mentre gli ultimi sondaggi possibili indicavano cifre dal 43 al 45%». Poi, in una lunga intervista a Telecamere, in onda oggi pomeriggio, spiega anche che il risultato elettorale consentirà al Popolo della libertà di essere il partito più forte del gruppo del Ppe al Parlamento europeo e di portare Mario Mauro alla presidenza dell'assemblea comunitaria. Ecco perché, il Cavaliere invita tutti a «non sprecare il voto dandolo ai partitini che rischiano di non raggiungere il 4 per cento». Berlusconi attacca poi la sinistra, che non parla di Europa in questa campagna elettorale «perché non sa dove collocarsi». Mentre, e qui la stoccata del premier, «per noi è il contrario, abbiamo le idee chiare e puntiamo a un risultato fra il 42 e il 43 per cento. In questo modo potremo tutelare davvero gli interessi di tutti gli italiani. E anche per questo abbiamo cercato di rinnovare la nostra classe dirigente che ci rappresenterà in Europa, al contrario della sinistra che manda lì quelli di cui vuole disfarsi». L'altro duro j'accuse del presidente del Consiglio è sul piano immigrazione e sicurezza, tema caldo delle ultime settimane. Una questione al centro di attacchi e critiche al governo, per le misure di respingimento dei tanti immigrati clandestini che sbarcano nel nostro Paese. «Abbiamo ritenuto che fosse importante opporci alla politica delle porte spalancate del precedente governo. Non siamo un Paese razzista - afferma il premier - ma se non controlliamo questo fenomeno avremo una situazione che non può che esplodere. Siamo accoglienti verso chi vuole integrarsi, ma dobbiamo essere fermi verso tutti gli altri, anche per difendere la nostra gente che si lamenta a ragione». Intanto, quella che si apre sarà una settimana di fuoco pre-elettorale: oggi Berlusconi sarà a Bari e domani pomeriggio in alcune province laziali. Il tutto, ovviamente, salvo colpi di scena.

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