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E Fini invita a sedersi in Aula immigrati, anziani e disabili

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Sonole parole con le quali il presidente della Camera Gianfranco Fini ha aperto le porte di Montecitorio a una rappresentanza degli ospiti della Comunità di Sant'Egidio, mantenendo una promessa che aveva fatto qualche tempo fa, quando era stato lui a recarsi in visita presso una delle strutture della comunità che, da oltre 40 anni, offre assistenza in 70 paesi del Mondo a poveri, anziani, emarginati, tossicodipendenti, senza casa e disabili. L'incontro ha offerto l'occasione per fare un pò di conoscenza. Seduti in aula, nelle prime file degli scranni, Fini e gli ospiti della Comunità hanno fatto quattro chiacchiere in modo informale, prima di recarsi tutti insieme a pranzo al ristorante della Camera. «Sono in Italia da tanti anni - racconta una donna somala che da poco ha avuto la cittadinanza italiana - qui mi trovo benissimo e ora lo considero il mio Paese che con il nostro lavoro e con l'impegno di tutti noi speriamo di rendere ancora migliore». «Hai detto una cosa importantissima commenta il presidente della Camera, che era accompagnato dai vice presidenti Rosy Bindi e Maurizio Lupi- perchè la Repubblica è di tutti noi, senza distinzione di razza, di stato sociale o di credo religioso». «Vengo dalla Nigeria -spiega un altro- e non avrei mai pensato di poter entrare in Parlamento». Ad accompagnarlo, i due figli piccoli, Riccardo e Valerio, nati in Italia e tifosi della Roma e dell'Inter.

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