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Migliaia di fedeli abbracciano Ratzinger ai piedi dell'Abbazia

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Sta arrivando a bordo della papamobile. Quando passa salutando con la mano dal vetro abbassato in migliaia gridano il suo nome tra gli applausi. I fedeli hanno lasciato Campo Miranda, la piazza alle pendici del monte, con l'abbazia abbarbicata in alto a ricordare l'impegno cristiano di «accoglienza e ospitalità», e lo hanno seguito in corteo fino alla nuova Casa della Carità. Lì il Papa scende dalla papamobile, saluta le autorità e benedice il nuovo Centro Caritas, esortando i volontari che vi lavoreranno a seguire le orme di «San Benedetto e dei monaci che hanno fatto dell'ospitalità una via che porta al Signore».  La banda di Cassino «canta» l'Alleluia, Benedetto XVI saluta i membri del Governo che lo hanno accolto, il sottosegratario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e il governatore del Lazio Piero Marrazzo. Quest'ultimo consegna simbolicamente al Papa la casa della Caritas (i lavori di ristrutturazione alla vecchia ala dell'ospedale De Bosis sono stati finanziati dalla Regione con 400 mila euro) che ospiterà chiunque avrà bisogno. «Stranieri, italiani, ammalati, senza tetto. Un primo fronte che accoglierà chi è in emergenza», spiega Marrazzo. Il direttore del centro, don Giovanni Coppola, attorniato dai fedeli, è commosso: «Con questa casa potremo non solo accogliere i bisognosi, ma soprattutto dare una speranza a chi non l'ha più, aiutandolo a reinserirsi nella società». Dopo la benedizione della Caritas il Santo Padre saluta un giovane ragazzo disabile, rimonta sulla papamobile accompagnato dall'abate Pietro Vittorelli e parte verso la sommità del monte. Per ritirarsi in preghiera coi monaci e visitare il cimitero polacco. Ma prima di raggiungere l'abbazia che proprio 65 anni fu flagellata dalle bombe alleate, il Papa passa di nuovo tra la folla. C'è lo striscione che recita «Benedetto colui che viene nel nome del signore». «Bravo Papa», «Bravo Benedetto» gridano i fedeli. Gente che chiede speranza. «La nostra Chiesa diocesana non ha mai perso di vista i fratelli in difficoltà, di qualunque nazione, razza e religione fossero», dice Padre Vittorelli. Concetto ripreso anche dal sindaco Bruno Scittarelli: «Guardiamo con apprensione alla crisi in atto nel nostro territorio, che si protrae già da diverso tempo, dando luogo a fenomeni sociali che investono soprattutto il mondo giovanile e le fasce più a rischio». Il Papa ha portato nella città della Ciociaria una ventata di speranza. «Lo aspettavamo da due mesi - dice Lucia, che ha appena visto passare Benedetto XVI davanti al bar dove lavora - il suo messaggio deve essere ascoltato affinché tutti aiutino chi si trova in difficoltà».

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