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Vetture «d'autore» attraverso le tecniche innovative

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LorenzaDi Brango Lo stabilimento di Cassino è uno dei punti di forza del gruppo Fiat, un impianto su cui l'azienda sta investendo molto. A parlare sono le cifre: un miliardo di euro in due anni e tre nuovi prodotti a distanza di poco, con il quarto in arrivo. Numeri illustrati dal direttore dello stabilimento, l'ingegner Antonio Ferrara: «Se andiamo indietro solo di qualche anno si trova subito la dimostrazione che la Fiat sta puntando su Cassino». Nel giro di pochi mesi tre i nuovi modelli che sono usciti dalle linee produttive: la Bravo nel 2007, il restyling della Croma a fine 2007 e la Delta nel 2008. «E il quarto modello è in arrivo». Una frase che non lascia spazio a fraintendimenti: la nuova Alfa 149 sarà prodotta in provincia di Frosinone, nonostante le voci che parlavano di un allontanamento, con la produzione spostata negli States. Qualcosa di vero c'è, ma andiamo con ordine. Partiamo dagli investimenti che il Lingotto ha effettuati negli ultimi mesi: due linee ad alta cadenza alle presse, ognuna delle quali è costata ben 30 milioni di euro. E poi 85 milioni di euro per lo stampaggio a caldo, una tecnologia che in Europa non è utilizzata da nessun altra casa automobilistica: a Cassino si produce la Delta, ma anche la Myto, e sulla nuova Ypsilon verranno montati particolari forniti da questo stabilimento. Grande attenzione anche all'ambiente. Lo stabilimento è al secondo posto in Europa per le basse emissioni in atmosfera e sullo smaltimento dei rifiuti si sono ottenuti ottimi risultati. «Noi ricicliamo il 100% dei rifiuti – precisa Ferrara – dal legno alla plastica». Insomma quello di Cassino è un vero e proprio fiore all'occhiello per il Lingotto che non a caso, sottolinea il direttore, «ha investito in due anni un miliardo di euro tra strutture e prodotti». Un segnale chiaro che apre prospettive positive per il futuro dello stabilimento. Tanto che in merito alle voci circolate di recente sulla stampa tedesca di possibili chiusure in Italia a seguito di un accordo Fiat-Opel, Ferrara non ha dubbi: «Alcuni giornali a volte lasciano troppo spazio alla fantasia. Quello che è stato riportato da quel quotidiano tedesco è molto lontano dalle parole di Marchionne. E comunque Cassino non era stato tirato in ballo. Qui noi abbiamo tre modelli in produzione, presto arriverà il quarto, quindi i nostri operai possono stare tranquilli». Certo la crisi del settore ha prodotto alcune settimane di cassa integrazione, ma l'ingegnere è sereno: «È vero la crisi mondiale si è fatta sentire, ma la Fiat ha già superato altri momenti come questo, ad esempio nel 2004, ed ora è pronta più di altri ad affrontare le difficoltà odierne. Sui mercati poi si prevede una ripresa tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010. Per i primi mesi dell'anno prossimo, con la produzione anche del quarto modello, potremmo dire finalmente basta alla cassa integrazione». Ed ecco che torna la questione 149: «I primi prototipi sono già stati prodotti a Cassino. A giugno, al montaggio, si partirà con le prime verifiche di processo e poi la produzione, quella vera, all'inizio del 2010. È vero che grazie all'accordo con Chrysler-Fiat adesso sta pensando di produrre anche in America. È pensabile quindi che le 149 destinate al mercato americano verranno prodotte negli Usa. Ma solo quelle, anche perché non converrebbe fare altrimenti». In ogni caso il direttore ci tiene a sottolineare che i risultati positivi di questi anni sono arrivati anche grazie all'aiuto degli operai. «Dal 2007 è partito un nuovo piano che mira ad un maggior coinvolgimento dei lavoratori - spiega -. Nel 2008 Cassino è stato il miglior stabilimento del gruppo per numero di suggerimenti arrivati da parte degli operai: 27mila in tutto, con una media di 8,7 per lavoratore. Quest'anno, fino al mese di aprile, siamo già ad una media di 5,8. I risultati ottenuti anche sul piano qualità, sono la conseguenza di un ottimo feeling che si è instaurato nel tempo tra operai e dirigenti. Certo, da parte loro c'è preoccupazione per questi periodi di cassa integrazione, ma sono fiduciosi per il futuro perché hanno capito che possono stare tranquilli». Un ultimo pensiero ai sindacati: «Un grazie va anche a loro. Sono molto costruttivi. È vero, ci sono stati comunque alcuni scioperi, ma giusti dal punto di vista del sindacato, anche se naturalmente opinabili da parte nostra. Abbiamo comunque un sindacato intelligente, che ha capito l'importanza della collaborazione».

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