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Otto anni di accuse a scadenza elettorale

Niccolò Ghedini, deputato Pdl, è uno degli avvocati del collegio difensivo di Silvio Berlusconi

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Era accaduto già nel 2006, quando ad un mese esatto dalla competizione elettorale si parlò di un'imminente richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del premier proprio per l'inchiesta Mills. Il 16 febbraio del 2006 erano stati depositati i faldoni dell'inchiesta relativa al caso Mills e il 10 marzo i pm milanesi erano già pronti alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del premier. A quel punto mancava un mese esatto dalle elezioni politiche di aprile, pareggiate dal centrosinistra.  Già il 16 febbraio del 2006 l'onorevole Niccolò Ghedini disse chiaramente che il clima nei confronti del premier in carica si era fatto pesante: «Trovo straordinaria la chiusura di questa indagine a pochi giorni dalla campagna elettorale: un'inchiesta che dura da molti anni trova una conclusione proprio ora». Infatti, la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006 fu caratterizzata da una serie di durissimi scontri contro la magistratura e il regista Nanni Moretti che aveva fatto uscire «Il Caimano», opera nella quale il premier era descritto come un criminale. Nel corso di una conferenza stampa tenuta a pochi giorni dal voto, il 26 marzo del 2006, il premier non esitò a dire: «Cercano di eliminare gli avversari politici e garantiscono l'impunità di chi sta dalla loro parte, dalla parte rossa che ne commette di tutti i colori e la scampa sempre e comunque». Lo stesso copione era stato seguito anche alla vigilia delle elezioni europee del 2004. In quella occasione l'attacco fu molto più duro perché i partiti del centrosinistra pensavano di far finire la legislatura facendo cadere il governo Berlusconi con due anni d'anticipo. Alla fine del gennaio del 2004 arrivò la notizia che il processo Sme avrebbe ripreso il suo cammino il 16 aprile successivo, a poche settimane dal voto per le europee. Pochi giorni prima l'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini aveva auspicato: «Spero che questo procedimento finisca prima dell'estate». Ma i giudici non potevano fare un regalo simile al leader della maggioranza di allora. Il Presidente della prima sezione del tribunale di Milano Francesco Castellano non aveva molta fretta e il 29 gennaio decise la ripresa delle udienze su quel processo per il 16 aprile 2004: due settimane prima dell'inizio della campagna elettorale per le Europee. La notizia giunse sulle prime pagine di tutti i quotidiani. A quel punto, dopo aver ripreso il processo il 16 aprile, il giudice Castellano disse: «Durante la campagna elettorale sospenderò per evitare strumentalizzazioni». Ma il danno era già stato fatto. Lo stesso schema era stato seguito nel 2001. A pochi mesi dalla rovinosa sconfitta del centrosinistra alle elezioni politiche, le prime pagine dei giornali annunciarono il prossimo rinvio a giudizio per il leader dell'opposizione sulla vicenda dei conti Fininvest nella quale era indagato David Mills. Il procedimento era iniziato, guarda caso, nel 1996 nel periodo delle elezioni politiche vinte da Romano Prodi. Il 30 gennaio del 2001 il «Corriere della Sera» parlo di un rinvio a giudizio per Berlusconi. Ma quelle elezioni furono anche caratterizzate da un altro processo: quello sul caso Sme-Ariosto. Gli avvocati di Berlusconi riuscirono a cancellare le udienze del processo solo perché erano candidati alle elezioni politiche altrimenti il procedimento avrebbe seguito il suo corso con il can-can mediatico orchestrato dalla sinistra. Ma certo non avrebbe impedito a Berlusconi di vincere quelle elezioni che segnarono un grande successo della Cdl e la sconfitta del cosiddetto partito dei giudici.

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