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Franceschini contro Di Pietro: "Il voto all'Idv è sprecato"

Dario Franceschini

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{{IMG_SX}} A un mese circa dalle elezioni europee torna il richiamo al voto utile. Questa volta a dichiarare il fuori gioco è il leader del Pd Franceschini e il bersaglio è l'Italia dei Valori di Di Pietro. Insomma le europee sono destinate a essere anche una sorta di verifica dei rapporti di forza tra i due partiti del centrosinistra oltre che della forza trainante della leadership di Franceschini. Il segretario del Pd non ha ancora fissato la soglia di galleggiamento utile per le europee ma ieri ha chiamato a raccolta tutto il popolo del centrosinistra. L'obiettivo è anche di spostare i riflettori dai contrasti interni su diversi temi, dall'immigrazione alla confluenza nel Pse, per citarne alcuni. Ecco quindi Franceschini partire a muso duro contro Di Pietro. «Il giorno dopo delle elezioni si misurerà la distanza tra Pdl e Pd e si capirà se Berlusconi ha stravinto o se l'Italia avrà ancora un equilibrio di forze». Il leader Pd rivolge quindi a chi potrebbe essere rimasto «deluso nei nostri confronti, perchè magari si aspettava di più dal Pd e ha la tentazione di sprecare un voto di protesta, per dare un segnale». È a costoro che Franceschini si rivolge dicendo che «non è momento ne' di astenionismo né di voto di protesta». Il che ha il significato di un appello agli elettori del centrosinistra a ricompattarsi contro lo spettro di un Berlusconi che potrebbe diventare «padrone assoluto» dell'Italia. Franceschini agita il fantasma di un dopo-elezioni con un «Paese diverso da quello che ci hanno lasciato i nostri padri». La replica di Di Pietro non si è fatta attendere. «L'unico vero voto utile - gli ha mandato a dire il leader dell'Italia dei Valori a stretto giro - è quello a favore di quei partiti e di quelle persone che si oppongono allo strapotere razzista, fascista e xenofobo di Berlusconi. Non certo quello di chi se ne ricorda, ipocritamente, soltanto sotto le elezioni e solo per fini elettorali». Di Pietro punta l'indice contro Franceschini che, dice, «non ha titolo a chiedere il voto utile, per combattere Berlusconi, giacchè non ha avuto il coraggio di sfidarlo in prima persona nè di porsi come partito di resistenza» contrariamente all'Idv. Di qui l'elenco delle iniziative anti-Berlusconi a cominciare dal «milione di firme raccolte per promuovere il referendum per fermare il Lodo Alfano nei cui confronti il Pd ha storto il muso, scegliendo di non appoggiare la battaglia». Queste dichiarazioni fanno capire che la competition dentro il centrosinistra è scattata. Al punto che il capogruppo dell'Idv alla Camera Massimo Donadi definisce «desolanti» le parole di Franceschini che secondo lui rivelano «la disperazione di un partito ridotto ad attaccare gli alleati per rubare quattro voti e rendere meno imbarazzante un tracollo elettorale cui il gruppo dirigente si è già rassegnato». Di qui l'attacco a testa bassa e l'invito a non votare il Pd.

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