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Gasparri: "La Lega pensa solo a urlare, noi portiamo a casa i risultati"

Maurizio Gasparri

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Noi siamo i maestri, loro i neofiti. noi i professori, loro gli scolaretti che stanno cominciando ad imparare. E naturalmente commettono qualche errore che a noi tocca correggere». Maurizio Gasparri è in auto vero il basso Lazio. A sera comincia la sua nuova giornata. Prima l'impegno istituzionale come capogruppo al Senato del Pdl, poi la campagna elettorale.   Presidente, un'altra settimana di tensione sul fronte sicurezza. Che cosa succede nel centrodestra? «Senta, voglio fare una premessa prima di tutto». Quale? «Anzi, più che una premessa è un invito al Pdl: non lasciamo il monopolio della fermezza. È la nostra battaglia storica, l'abbiamo iniziata noi. E noi dobbiamo portarla avanti». Voi, il Pdl, e la Lega però? «No, noi e basta. La Lega è arrivata dopo, molto dopo».  Per questo dice che voi siete i maestri e loro gli scolari? «Esatto. Loro sono neofiti, ci sono arrivati appena da qualche anno. Ed esiste anche un'altra fondamentale differenza tra il Pdl e la Lega. Ovvero noi preferiamo i fatti, loro le parole». Addirittura. «Non c'è dubbio. Noi puntiamo al risultato, loro alle urla». Presidente, sta parlando del partito del ministro dell'Interno. «Ma è ovvio che non sto parlando di Roberto Maroni. Parlo della Lega». A che cosa si riferisce? «Senta, prenda quanto proprio Maroni reclama come un successo della giornata: le navi di clandestini bloccati dai libici. Ecco, secondo lei come è stato possibile che si arrivasse a quel risultato?» Come è stato possibile? «È stato possibile grazie alla finte ronde dei padani o perché Berlusconi s'è messo sull'aereo ed è andato in Libia a parlare con Gheddafi? È stato possibile perché i leghisti si mettono a strillare o perché Berlusconi ha raggiunto un accordo con la Libia?» Forse anche quelle urla servono a qualcosa? «Non credo proprio. Anzi, alle volte mi danno la sensazione che i leghisti urlino per far salire la tensione e indispettire il Pdl, provocarci e fare in modo che qualche parte di legge venga bocciata in modo tale che hanno qualcosa da andare a dire in maniera demagogica ai loro». Gasparri, a che cosa si sta riferendo? «Guardi, io sono al Senato. Ma mi è stato riferito che alla Camera mentre si discuteva di sicurezza c'è stato un intervento un po' provocatorio della leghista Lussana che ha fatto solo salire la tensione all'interno del Pdl. Subito dopo la maggioranza è andata sotto». Scusi, ma cosa vuole dire? «Niente, solo che loro sono un po' neofiti. Alle volte si muovono male. Con atteggiamenti che lasciano pensare che lo facciano apposta per stuzzicare il Pdl. Noi no».  Noi no, cosa? «A noi non interessano le urla. Interessano i risultati, portare a casa le cose concrete».  E Fini? Divorzia anche dalla legge che porta il suo nome? «Oggi Fini ha difeso la Bossi-Fini. Mi interessa più quello che dice e pensa Fini che quello che scrive qualche commentatore che arriva a sostenere come il presidente della Camera abbia rinnegato il suo testo».  Ma Fini sembra essere cambiato rispetto a qualche anno fa. «Ha delle posizioni di avanguardia. Che non ho esitato a criticare. Ma stavolta mi pare che sia stato molto chiaro, parole che non lasciano dubbi»

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