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"Ma il Cavaliere non ne risentirà"

Nicola Piepoli

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Non sarà certo la separazione di Veronica Lario da Silvio Berlusconi a far perdere voti al premier. Lo pensa Nicola Piepoli, Presidente dell'Istituto Piepoli. Ecco perché il consenso del premier resterà intatto. Professor Piepoli, pensa che la notizia della separazione di Veronica Lario da Berlusconi avrà influenza sulla credibilità nei confronti del premier? «Il costo sulla credibilità personale di Berlusconi è una cosa, mentre il costo in termini di voti è un altro. Se pensiamo al peso elettorale e al consenso politico di Berlusconi il rischio è pari a zero. Anzi, credo che il premier potrebbe anche guadagnare qualche voto. In termini di credibilità questo non possiamo saperlo perché dobbiamo fare delle ricerche e le stiamo facendo proprio in questi giorni». Ci sono dei casi che possiamo prendere come modello? «Certo, il divorzio di Nicolas Sarkozy con Cecilia. Questo caso non è stato importante e non ha influito sull'Eliseo. È stata una vicenda del tutto personale. In quel periodo Sarkozy era il Presidente della Repubblica e per lui questa vicenda non ha contato». Dobbiamo anche dire che la crisi tra i due fu tenuta nascosta nel corso della campagna elettorale per le Presidenziali. Anche Segolene Royal fece così con Francois Hollande. Non dobbiamo tenere conto di questo? «Capisco che questo fatto fu tenuto nascosto. Il candidato Sarkozy e il suo staff avevano paura. Ma l'aspirante Presidente della Repubblica avrebbe potuto farlo e non gli sarebbe costato nulla». Se per gli italiani questa vicenda non avrà una ripercussione politica come dobbiamo interpretare questa attenzione verso la separazione di Berlusconi-Lario? «È una vicenda morbosa. C'è di mezzo il "principe". E poi è una fortuna per i giornalisti. La fortuna è data dal fatto che in questo periodo non c'è un altro argomento di cui parlare. È capitato e si parla di questo. Per la stampa è stata una fortuna». L'opposizione cercherà di utilizzare questa vicenda personale come argomento di lotta politica in vista del voto per le elezioni europee? «Le posso dare solo il mio giudizio personale. Se il Pd avesse nel suo corpo politico Veronica Lario ne approfitterebbe perché sarebbe una cellula molto viva. Ma in questo momento il Partito democratico non è un soggetto politico vivo e non ha soggetti vivi al suo interno. E il suo appeal elettorale è piuttosto basso. Se Veronica Lario fosse iscritta al Pd sarebbe una grande fortuna per Dario Franceschini. Siccome non è iscritta e mi rifiuto che vada contro il marito, credo che il Pd si attaccherà al tram». Pensa che ci troviamo davanti ad un nuovo capitolo della guerra personale di un certo settore minoritario della pubblica opinione contro Berlusconi e che alla fine Berlusconi si rafforzerà? «Berlusconi non uscirà rafforzato, né indebolito. Veronica Lario è una degna protagonista, quanto il marito. E il marito ha fatto bene a condividere il suo slancio vitale per 30 anni con lei. Sono due partner ideali». Non teme una discesa in campo di Veronica Lario? In fondo Veltroni chiese di candidarla con il Pd nel 2006. Lo ricorda? «Se facesse una mossa del genere tradirebbe se stessa. Non lo farà».

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