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«Ma quale massaggiatrice sono volontaria in Bangladesh»

Licia Ronzulli

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{{IMG_SX}} Licia Ronzulli è in ospedale. «Sto lavorando come tutti i giorni», dice con il suo accento brianzolo. Lei è una delle tre «nominate» dal premier, le tre giovani donne su cui puntare.  Dottoressa, allora lei è la fisioterapista di Berlusconi. «Ma che fisioterapista. Guardi, a forza di leggerlo sui giornali ho pensato di diventarlo davvero». Be', viene descritta come la massaggiatrice del Cavaliere. «Descritta da chi? Dai giornali. Non lo sono, non sono massaggiatrice e non sono neanche un medico». E allora, scusi, lei che cos'è? «Ho cominciato facendo l'infermiera. Poi ho studiato psicologia e oggi mi occupo di management sanitario, faccio gestione, economia. Lavoro all'ospedale Galeazzi di Milano». Ma perché dicono che lei è la fisioterapista del premier? «Lei è un giornalista, vero? Ecco, allora dovrei essere io a chiederlo a lei perché mi sono ritrovata descritta così dai giornali anche se è tutto falso». Allora che cosa c'entra con Berlusconi? «Berlusconi l'ho conosciuto alla festa per il decennale di Forza Italia, nel 2004 a Roma. Ero con mio marito, Renato Cerioli, che è anche vicepresidente dei giovani di Confindustria di Monza. Ci siamo stretti la mano e abbiamo parlato qualche minuto». E poi? «E poi siamo molto impegnati nel volontariato. E per la nostra attività bussiamo a tante porte per chiedere finanziamenti. Abbiamo chesto anche a Berlusconi. Lui si è molto appassionato al nostro lavoro e ci ha aiutati».  Aiutati? «Sì, insomma, ci ha finanziati. Ma adesso non mi sembra molto bello entrare nei particolari, se vorrà lo dirà lui. Si è appassionato a noi ed è stato anche nostro testimone di nozze». Ma che tipo di volotariato fate? «Andiamo un mese all'anno in Bangladesh ad assistere i bambini poveri. Siamo un'intera equipe di nove persone». Come li assistete? «Operiamo. Soprattutto operazioni maxillo facciali. Lì i bimbi mangiano poco e male, carenze di vitamine che generano malformazioni. E le malformazioni provocano discriminazioni. In quelle quattro settimane riusciamo a fare anche 120 interventi».  Ma che cosa la spinge a fare volontariato? «Oddio, che domanda. La prima volta è la voglia di donare, la seconda ti spinge a tornare il senso di responsabilità, la terza non puoi più farne a meno. Non puoi più evitare di aiutare quei bambini». Scusi, ma che ci fa a destra? «Perché?». Parla come una donna di sinistra «Ma che dice. La solidarietà non è di destra, non è di sinistra, non è di nessuno. Ma la prego, non mischiamo i due campi». Quali? «La politica è una cosa, il volontariato è altro. Non voglio chiedere il voto per quello che faccio in Bangladesh». Già l'anno scorso, quando si parlò della sua candidatura alle Politiche, di lei si scrisse di tutto. «Non ci posso fare nulla. Non sono io ad aver divulgato quelle informazioni. Sono stata candidata nelle Marche, sono andata a fare campagna elettorale. E per due settimane ho dovuto spiegare che non ero la masaggiatrice di Berlusconi. Poi ho smesso, basta. Mi sono presentata per quella che sono, gli elettori giudicheranno». Eppure Veronica Lario avrà pensato che anche lei è una velina o giù di lì. «Questo è un tranello». Un tranello? «Sta cercando di farmi commentare la vicenda di Berlusconi e di sua moglie. E non lo farò, inutile che insista». Vabbè, almeno dica che sensazione le ha dato. «Dico che prima di giudicare le persone bisogna conoscerle e non farsi ingannare. Soprattutto dai giornali».

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