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Cossiga: "Silvio è furbo, ha copiato Napolitano"

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Francesco Cossiga un po' di merito se lo vuole prendere. Se ieri Silvio Berlusconi è a andato a celebrare l'anniversario della Liberazione — racconta — è anche perché glielo ha consigliato lui. «Qualche giorno fa ho fatto un'altra intervista nella quale gli chiedevo di partecipare alla cerimonia del 25 aprile. Lui il giorno dopo mi telefonò e mi disse che lo avrebbe fatto ma non sapeva ancora come. Poi, furbo come è, ha fatto parlare prima Napolitano e poi è andato a Onna dove furono trucidati 17 civili dai nazisti».  In effetti il suo discorso assomiglia molto a quello che avrebbe potuto fare un Presidente della Repubblica, un discorso di unità. «No, lui è andato proprio dietro a Napolitano, dicendo la stessa cosa. Il capo dello Stato ha affermato che c'è bisogno dello stesso rispetto per tutti coloro che sono morti e per coloro che li piangono. È un fatto importantissimo nessun presidente della Repubblica aveva mai detto una cosa del genere. E Berlusconi ha affermato la stessa cosa, non ha fatto alcun paragone tra partigiani e "repubblichini", ha spiegato semplicemente che si deve uguale rispetto per tutti coloro che hanno perso i propri cari. Mio figlio, ad esempio, oggi è andato a Porzus, in Friuli, dove venne trucidato lo stato maggiore della brigata Osoppo che non si volle unire alle brigate di Tito. Questo per dire che la Resistenza ha avuto dei capitoli non sempre luminosi da una parte e dall'altra. Però ieri Franceschini, che non ha potuto attaccare Napolitano, se l'è presa con il premier». Ma con un discorso così «alto» Berlusconi non ha spiazzato ancora di più il centrosinistra? «Franceschini non si sa cosa voglia fare. Ma è vero che si è trovato spiazzato prima dal discorso di Napolitano e poi da quello del Cavaliere. E in più anche da D'Alema che l'altra sera per la festa dei suoi 60 anni ha riunito tutti gli ex Fgci e ha detto di non aver mai rinnegato di essere stato comunista. Così a Franceschini è rimasto solo di continuare a battere il tasto dell'antiberlusconismo». Berlusconi in questi ultimi tempi sembra comunque aver «cambiato pelle». Frutto di furbizia o intuito politico? «Non saprei. Però il ragazzo è cresciuto molto. Lo ha riconosciuto anche D'Alema. E a me comunque è venuto il sospetto di chi sia quello che gli ha scritto il discorso...» Ce lo dica. «Paolo Bonaiuti». E perché? «Perché è tutto in chiave "resistenziale". E Paolo Bonaiuti viene da una cultura socialista. Ma nel discorso di Berlusconi c'è un'altra cosa che nessuno ha notato, per la prima volta ha detto che il padre era un antifascista che è dovuto scappare perché altrimenti lo avrebbero arrestato. E la madre ha cresciuto da sola i figli. Era una storia che io sapevo perché me la aveva raccontata. Ma non era mai uscita pubblicamente». Berlusconi ha anche detto che «sono maturi i tempi perché la festa della Liberazione possa diventare la festa della Libertà». E su questo è stato attaccato. «Invece avrebbe dovuto mettere il centrosinistra ancora di più nei pasticci. Dopo aver detto viva la libertà avrebbe dovuto dire anche viva la Resistenza. Ora gli resta solo un passo da fare, dire viva le forze britanniche e viva l'invincibile armata rossa guidata dal padre dei lavoratori Stalin. Alzando il pugno sinistro. E cambiare quell'inno «Meno male che Silvio c'è», che non si può proprio ascoltare, con l'Internazionale...»

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