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Da Londra per ritrovarsi in un solo «corpo»

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Èil sentimento, forte, che spinge i congedati, da ogni parte del mondo, a partecipare alle adunate nazionali. Vale anche per l'Ana della Gran Bretagna, la prima sezione di esercito aperta all'estero 80 anni fa. Negli anni '20, infatti, tanti italiani lasciarono le montagne in cerca di fortuna: molti di loro erano Alpini provenienti dalla Garfagnana e dagli Apennini sopra Parma e Piacenza in particolare, dal Friuli. Attraversata la Manica si stabilirono in Scozia e in Galles dove molti trovarono lavoro come minatori, ma la maggior parte scelse Londra, dove già esisteva una numerosa comunità di connazionali accentrata nel quartiere di Clerkenwell, dove c'è la chiesa di San Pietro, ancora considerata il punto di riferimento degli italiani nella capitale britannica. Il 4 novembre 1928 nacque la sezione Ana GB, oggi composta da 79 alpini e 41 «amici degli alpini» sotto la presidenza di Bruno Roncarati. «Le poche notizie storiche che ci restano di quel periodo - racconta Roncarati - ci furono fornite negli anni '70 da Gino Galbiati, brianzolo, socio fondatore dell'Ana nel 1919. Lo spirito di corpo era molto forte a quei tempi e sempre grazie a Galbiati gli alpini della Gran Bretagna parteciparono con il vessillo sezionale al pellegrinaggio sull'Ortigara nel 1933 e all'Adunata Nazionale di Tripoli nel 1936». Oltre a foto d'epoca, nella sezione londinese sono conservati anche i menu di Veglie Verdi che si tennero a Londra presso il prestigioso Criterion di Piccadilly. Singolare quello della veglia del 1930: Consumato dopo lunga marcia, Delizia di sogliola Principessa Maria Jose, Polli acciuffati dal X Alpini con piselli Principe Umberto e Patatine con Fiamme Verdi, Insalata Vivandiera, Biscotto Ghiacciato Dino Grandi (già colonnello del VI e ambasciatore a Londra in quel periodo) con Dolci Idee della Conferenza Navale e Caffè del Capitano. Dopo una fase di «stand by» dovuto alla seconda guerra mondiale e ad una nuova fase di migrazione, nel 1967 la sezione è stata «rifondata» da un mix di «ragazzi del '99», «bocia», alpini che avevano fatto la guerra e «postbellici», banchieri, ristoratori, arrotini, imbianchini ma tutti orgogliosi di aver portato la penna. Gran fermento della sezione tra incontri, veglie verdi, scampagnate e raccolte di fondi per solidarietà. Nel 1974 Gianni Martelli, alpino ligure e titolare di una tipografia a Londra lanciò l'idea di pubblicare un giornale sezionale e con Roncarati, direttore responsabile, nacque in formato A5 «Pino l'Alpino». Dapprima mensile, valido veicolo per divulgare l'attività della sezione, oggi è annuale ed è diventato «Pino l'Alpino d'Oltremanica», per sottilenearne l'identità. Grande spazio avrà la partecipazione di una folta delegazione al raduno di Latina dall'8 al 10 maggio. Sar.Bir.

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