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Caso chiuso.

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IlCda della Rai abbassa il tiro su Michele Santoro, adottando praticamente all'unanimità la linea proposta dal dg Mauro Masi e grazie all'azione da «pompiere» del presidente Paolo Garimberti. «La libertà di espressione va sempre e comunque tutelata, ma è necessario tutelare l'azienda dagli abusi di tale libertà», ha esordito il presidente in consiglio. Masi ha voluto subito inquadrare la vicenda: «Non è nel nostro interesse parlare di censura e di libertà di espressione». La questione Santoro, insomma, non va ascritta in uno di questi due capitoli: il problema è di altra natura, in primis di rispetto di obblighi contrattuali. Da qui la scelta di inviare le lettere a Santoro e Vauro: un'azione volta a «tutelare cautelativamente l'azienda» di fronte a possibili responsabilità. Presto Masi incontrerà Santoro. Probabilmente già oggi. Al giornalista raccomanderà di osservare «gli obblighi» scritti e non del servizio pubblico, a cominciare da quelli contenuti nella direttiva della Vigilanza. Santoro, da parte sua, si dice «felice» di poter conoscere il dg: sarà l'occasione per «chiarire che non volevo sminuire il suo ruolo, di cui ho grande rispetto». E oggi nuova puntata di Annozero: in studio tornerà Vauro, il vignettista sospeso, che però dovrà attenersi agli «obblighi» contrattuali. Il Cda è passato poi a occuparsi di conti: Masi ha svolto un'approfondita analisi sul bilancio previsionale del 2009. Le notizie non sono buone: il deficit tendenziale si attesterebbe ora sui 120 milioni di euro. Per questo, il direttore generale entro maggio presenterà al Consiglio una rimodulazione del budget aziendale, per ridurre gli impatti della crisi sui conti aziendali, predisponendo anche la revisione dei piani di produzione di reti, fiction, cinema e sport, coerenti con le linee guida dei prossimi palinsesti estivi e della ripresa autunnale.

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