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Archiviata l'emergenza delle prime ore, in Abruzzo si quantificano i danni e, soprattutto, si individuano le risorse disponibili per avviare il processo di ricostruzione

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Ilpresidente del Consiglio lavora sul maxi decreto contenente tutte le misure per aiutare le zone colpite. Diverse le proposte sul tavolo, ben diciassette ha detto il premier l'altro giorno dalla tendopoli di Poggio Picenze. Si tratterà, da qui fino al Consiglio dei ministri della prossima settimana di decidere quali misure entreranno a far parte della versione finale del decreto legge. Intanto però arriva l'elenco ufficiale dei comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile. In tutto, 49 realtà abruzzesi. La maggiorparte (37) si trova nella provincia dell'Aquila, a cui se ne aggiungono altre 5 in provincia di Teramo e 7 in quella di Pescara. Una lista su cui cui si è subito scatenata un'aspra polemica da parte degli "esclusi". L'elenco dei comuni, contenuto in un decreto del commissario per l'emergenza Guido Bertolaso, è stato stilato «sulla base dei dati fino ad oggi emersi dai rilievi macrosismici effettuati dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia». La lista comprende, in sostanza, tutti quei territori che hanno subito una scossa che ha avuto un'intensità sismica uguale o superiore al sesto grado della scala Mcs (Mercalli, Cancani, Sieberg); una mappatura realizzata a partire dalle prime ore del 6 aprile, seguendo il criterio dei cerchi concentrici: iniziare dalle zone più colpite per poi allargare il rilevamento. La lista non è però definitiva. Ci saranno «ulteriori approfondimenti», conferma il direttore del servizio sismico della Protezione Civile Mauro Dolce. Ci sono, infatti, alcuni comuni che non sono stati ancora censiti, anche se non si tratta di quelli nelle aree più prossime all'epicentro, e altri in cui, sono state trovate «situazioni di incertezza». Dal canto loro i comuni esclusi hanno già chiesto un incontro a Bertolaso, privati a detta loro «delle agevolazioni» post terremoto. In effetti, la definizione dell'elenco era da giorni al centro di una battaglia di nervi nelle zone dell'Abruzzo che hanno subito lievi danni e che premono per rientrare tra quelle che possono godere dei benefici urgenti e cospicui decisi per aiutare un territorio devastato dal terremoto. Tra questi c'è per esempio l'anticipo dei pagamenti della rata pensionistica e la tutela al reddito, la sospensione del pagamento delle bollette. Anche il presidente della Regione Gianni Chiodi prova a stemperare le polemiche, spiegando che nel decreto ci sono i comuni che nel sisma hanno avuto anche ripercussioni di carattere socio-economico, come la chiusura di attività commerciali e imprenditoriali, uffici e scuole. Per quelli che hanno riportato soltanto danni materiali, «si interverrà con stanziamenti aggiuntivi e specifici» quando il danno sarà «valutato e quantificato». Ma anche lui puntualizza che non ci saranno eccezioni alle risposte scientifiche: «Non possiamo pagare la paura». In attesa del decreto governativo della prossima settimana, qualche misura comincia già ad arrivare. Per esempio, sale da 26 a 55 milioni di euro il plafond a disposizione degli ammortizzatori sociali dopo la firma dell'accordo all'Aquila tra il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Il titolare del Welfare ha poi annunciato che l'indennità di disoccupazione per chi lavora nelle aree interessare dal sisma, per la prima volta, sarà allargata anche ai lavoratori autonomi i quali riceveranno un contributo dello Stato «valutabile intorno agli 800 euro mensili». Ben 500 sono invece i milioni che potrebbero arrivare a breve dalla Comunità europea attraverso una riconversione dei fondi strutturali e l'accesso al fondo di solidarietà previsto proprio per le calamità naturali. Piena disponibilità dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, ieri in visita all'Aquila. Pur mettendo però in guardia sulla complessità di alcune strade, come quella del ritorno al passato. Cioè al vecchio "obiettivo uno", ora definito "convergenza", uno strumento con cui l'Ue aiuta le regioni più povere, ancora in vigore per tutto il sud Italia, ma di cui l'Abruzzo non beneficia più in seguito alla crescita del suo reddito medio. Di questa ipotesi si era parlato ampiamente nei giorni scorsi nelle diverse riunioni tecniche tra il premier, Bertolaso e il presidente della Regione Chiodi. La Commissione europea ritiene questa richiesta non come la linea più efficace da seguire. Ci sarebbe bisogno dell'unanimità da parte degli Stati membri, e quindi tempi troppo lunghi. Proseguono anche i lavori per quanto riguarda il patrimonio artistico. Entro la fine della prossima settimana sarà presentata la prima parte della lista di 38 gioielli dell'arte abruzzese da salvare che il premier ha annunciato di voler girare ai paesi amici, europei e non solo, che si sono offerti di dare una mano per i restauri. Oggi Berlusconi tornerà in Abruzzo per la settima volta dal giorno del sisma. In mattinata sarà nella caserma della Guardia di finanza di Coppito: riunione tecnica con Bertolaso e, forse sopralluogo in qualche tendopoli.

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