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La Marsica rivive l'incubo del terremoto del 1915

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Tanta paura, ma per fortuna non si registrano al momento danni rilevanti. Batticuore, ansia. Ed è già l'ora di reagire. Solidarietà, aiuti concreti, tempismo e forza d'animo per fronteggiare l'emergenza nel territorio provinciale. Il sindaco di Avezzano Antonello Floris con i tecnici è al lavoro dall'altra notte, da quando è scattato l'allarme terremoto. Subito, infatti, si è messa in moto la macchina organizzativa della Protezione civile del Comune. Con due apposite ordinanze il sindaco Floris ha disposto la chiusura delle scuole dal 6 all'8 aprile compreso (quindi le lezioni riprenderanno dopo le vacanze pasquali) e degli uffici pubblici nei giorni 6 e 7 aprile. «Ci siamo subito rimboccati le maniche. Sono in corso - spiega il primo cittadino di Avezzano - continue verifiche da parte di cinque squadre di tecnici del Comune; si stanno effettuando sopralluoghi nelle strutture pubbliche, in ospedale, nelle cliniche. Si sta vagliando attentamente la situazione degli edifici scolastici, dei quali, peraltro, cinque sono stati già messi a disposizione per accogliere eventualmente gli sfollati. Abbiamo inviato - prosegue Floris - un pullman della Scav all'Aquila per riportare nella nostra città un notevole numero di studenti universitari, rimasti bloccati per il terremoto». Si lavora alacremente, dunque, per dare una mano in una fase di emergenza così drammatica per l'Aquila e i paesi limitrofi. E il pensiero inevitabilmente va al passato, alla catastrofe che il 13 gennaio 1915 colpì Avezzano e la Marsica. «Il sisma - prosegue il sindaco Floris - ha segnato pesantemente la storia della nostra città e anche chi non ha vissuto in prima persona il dramma del 1915 può facilmente rendersi conto di cosa significhi subire un flagello del genere. Esprimiamo - conclude il sindaco di Avezzano - la nostra più partecipata solidarietà ai cittadini dell'Aquila e dei centri vicini, insieme al cordoglio profondo per le vittime di questa immane tragedia». E il vescovo dei Marsi, mons. Pietro Santoro, dichiara in una nota: «La Diocesi di Avezzano assume il dolore delle vittime del terremoto. Memore della tragedia del 1915 che rase al suolo la città e l'intera Marsica, si stringe solidale alla Chiesa dell'Aquila mettendo a disposizione le proprie strutture religiose per l'accoglienza degli sfollati. La Caritas e i giovani sono mobilitati per una accoglienza concreta ed efficiente, individuando finora disponibilità per 350 persone. Nel numero delle vittime - prosegue il Vescovo - il cuore entra anche nella sofferenza delle famiglie marsicane che piangono i propri morti nel sisma dell'Aquila, partecipando, nel mistero insondabile della croce, alla sofferenza dei familiari. Continueremo ad alimentare la speranza, nella certezza che Cristo risorto conserva le ferite del Calvario, dentro le quali dobbiamo entrare per proseguire il cammino nella logica della condivisione». Sul fronte dei soccorsi, la Direzione della Asl Avezzano-Sulmona comunica in una nota di aver messo a disposizione 90 posti letto, di cui 65 immediatamente utilizzabili. Nel dettaglio: «Nell'ospedale di Avezzano - si legge - sono disponibili da subito 39 posti letto e altri 25 sono in via di attivazione. Cinque ambulanze dell'ospedale di Avezzano fanno la spola con il "San Salvatore" dell'Aquila per prelevare i feriti. Nell'ospedale di Sulmona 26 posti letto immediatamente utilizzabili, di cui 3 nella Rianimazione». «Stiamo verificando - conclude nella nota la Direzione sanitaria della Asl - la possibilità di attivare circa 130 posti letto anche nelle strutture private».

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