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Le tute blu perplesse «Per noi non cambia nulla»

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Èquesto il sentimento dominante alla porta 2, l'ingresso ai reparti produttivi dello stabilimento torinese. Al cambio turno sono in pochi a voler parlare. Quelli che si fermano rimangono pochi minuti. Il tempo di dire «vedremo come andrà, ma per noi operai non cambierà niente». Sono in molti a pensarla così. Nicola Cipriano, ad esempio, lavora alle Carrozzerie di Mirafiori da 21 anni: «È un bell'affare - dice - ma solo per i dirigenti di Fiat e di Chrysler. Per gli operai di Torino non cambierà niente. Rimarremo con mille euro al mese quando va bene». È un'opinione condivisa anche dal segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo: «l'intesa non cambia molto per l'Italia e per i lavoratori. È un'opportunità per la Fiat, ma bisogna verificare se le condizioni poste dall'amministrazione americana siano più impegnative di quanto il Lingotto avesse immaginato. Non bisogna sottrarre risorse agli investimenti in Italia e in Europa». Per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, «la Fiat fa molto affidamento sull'intesa con Chrysler, che può avere un senso ma forse non è risolutiva dei problemi che la Fiat ha anche in Italia». Se invece a Mirafiori arrivasse un nuovo modello, anche marchiato Chrysler, allora le cose potrebbero cambiare. Del resto la Fiat produce in Polonia più auto che in Italia». Le opportunità le vede Roberto Di Maulo, numero uno della Fismic, secondo il quale «l'alleanza fornirà nel breve periodo opportunità di lavoro agli stabilimenti italiani perchè l'Alfa andrà sul mercato Usa».

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