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Alla Fiera di Roma nasce il Pdl

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Largo ai giovani e alle donne. Apertura ai centristi. Agli elettori centristi, non ai vecchi parrucconi democristiani. E poi fare, agire, realizzare. Il Berlusconi che s'avvia ad aprire il congresso del Popolo delle Libertà, oggi pomeriggio alla Fiera di Roma, è un Cavaliere che vuole dare l'esatta cifra del nuovo partito. Sotto un gazebo sul retro del termovalorizzatore di Acerra si gusta un paio di mini babà, dei quali s'è scoperto assolutamente ghiotto. E si meraviglia che i giornalisti non s'avventino sulle prelibatezze partenopee. Così, con l'indice, fa cenno di attendere un minuto, s'appropinqua a un tavolo, prende un piatto e lo riempie di dolci, torna indietro e lo porge ai cronisti con uno smagliante sorriso: «Ma come fate a farne a meno?». Ride Berlusconi. Poi prova a tirare le somme dopo l'inaugurazione dell'impianto che brucerà i rifiuti campani: «Dunque, questa settimana è cominciata con l'Alta Velocità. Avete visto la Milano-Roma in tre ore? Adesso il termovalorizzatore». Presidente, e il piano casa? «Ho letto di una mia frenata. Ma quando mai, nessuna frenata. Stiamo semplicemente parlando con le Regioni». Si farà il decreto? «Io preferirei di sì, ma stiamo ragionando». Interviene Letta: «Ecco, appunto per questo. Io devo tornare a Roma. Ci vediamo, appena arrivi a Palazzo Chigi chiamami che ti aggiorno», fa il sottosegretario e s'allontana. Berlusconi riprende a parlare. Gli viene chiesto se con l'Udc, visto che a Mattino Cinque ha parlato di alleanze, si può riallacciare un discorso: «Ho parlato di alleanze con l'Udc nelle amministrative.Ma insistiamo ancora a livello nazionale. È così bello avere questo sogno di un così grande partito e poi so di molti uomini dell'Udc che vorrebbero venire». Insomma, va bene se i centristi si sciolgono ed entrano nel nuovo partito, non come alleanza a livello nazionale? Berlusconi annuisce timidamente. E con Casini? Il Cavaliere sorride: «Casini ha scelto la strada di essere il primo in un piccolo villaggio e non il secondo a Roma». Il discorso scivola sulla Europee. Si parla dei ragazzi: «Il 50% dei candidati alle Europee saranno giovani ed è d'accordo anche Fini». E le donne? «Anche loro il 50%. Sarebbe bello avere tanti giovani e tante donne. Basta nomenclature e basta con il passato. Dobbiamo andare in Europa e abbiamo tutte le schede di quelli che sono stati eletti in passato e valuteremo. Conterà anche chi è stato presente. Comunque ne parliamo dopo il congresso». In realtà Berlusconi ne sta già parlando. L'altra sera, all'albergo Vesuvio ospite dell'amministratore delegato dell'hotel Sergio Maione, ha spiegato ai pochi commensali come immagini proprio un Pdl aperto ai nuovi. Il che non significa che le liste saranno per metà di giovani e per metà di donne (gli uscenti non hanno da temere), perché è evidente che si tratta di due criteri uno comprensivo dell'altro: le fanciulle vanno considerate in entrambe le categorie. Non è il dato matematico che conta. Ma quello politico. L'ultimo week end è stato contrassegnato dai colonnelli di An che ripetevano «ci sciogliamo ma in realtà non ci sciogliamo», altri anche dentro Forza Italia immaginano la corrente cattolica, altri ancora quella laica; ed è chiaro che Berlusconi vuole sparigliare. Lo ha detto e ripetuto in queste settimane: basta con i parrucconi, anche con quelli che gli possono sembrare molto vicini. Le prime file alla Fiera di Roma saranno solo per ragazzi; non è solo per un'esigenza televisiva. Il Pdl andrà incontro a un forte rinnovamento. «È un Berlusconi che a differenza del 2001-2006 non vuole più mediare. Vuole fare e vuole cambiare, non vuole più sentirsi dire che poteva fare e non ha fatto. È un Berlusconi che è perennemente sul predellino», spiega Giorgio Stracquadanio, spin doctor del Cav. A Napoli gli viene regalato un pastore di San Gregorio Armeno, la strada famosa per i presepi: raffigura un premier che porta via sacchetti di immondizia. Da queste parti è un coro, basta girare per strada per sentire anche elettori di sinistra rei confessi ammettere: «E ora, chi ha più il coraggio di votare Pd?» Lui, il premier, ad Acerra se la prende perché il suo pensiero è continuamente travisato dai media: «Sui cassintegrati ho detto una cosa banale. E cioé che sei io perdessi il lavoro me ne cercherei un altro, non me ne starei con le mani in mano ad aspettare». Presidente, Obama dice le stesse cose e nessuno, soprattutto a sinistra, protesta... Berlusconi ride, allarga le braccia e scherza: «Ve l'ho già detto. Io sono più pallido anche perché è tanto che non vado al sole. Lui è più bello, più giovane e più alto». Non media e non usa mezzi termini. Il congresso che si apre, dunque, non sarà di facciata. In questi giorni il Cavaliere sta studiando attentamente i suoi parlamentari. Qualcuno andrà più spesso in tv, e si tratterà di qualche volto meno noto o addirittura sconosciuto. D'altro canto un forte ringiovanimento c'era già stato alle Politiche. Era solo un assaggio. Ora Berlusconi spinge sull'acceleratore. Testerà Anna Grazia Calabria, giovane deputata romana. Poi sarà il turno di altre. E di altri. E stavolta non si tratta di un semplice annuncio, è un programma di governo.

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