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I Cristiano Popolari nel nuovo partito: «Ora servono riforme»

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Conalcune linee guida: ridare forza al ceto medio, alla borghesia, finirla con il leaderismo sterile, arginare il neopaganesimo. Assemblea affollata ieri per il passo fondamentale che dà il via libera alla fusione nel Pdl. A testimoniare il passaggio visita del ministro Altero Matteoli e del sindaco di Roma Gianni Alemanno. «La federazione dei Cristiano Popolari — dice Mario Baccini — trae ispirazione dai principi e dai valori cristiani e dalla dottrina sociale della Chiesa: riconosce che la propria identità affonda le radici nella tradizione del Partito Popolare Europeo. Vogliamo che si apra una stagione di riforme per rimettere in piedi il Paese, come con il federalismo, da intendere però come mezzo per avvicinare la gente, fornire servizi migliori». Poi un appello a Casini e all'Udc. «Non potevamo lasciare orfani coloro che nel Pdl credono nei nostri valori — prosegue Baccini — Perciò via dal leaderismo sterile, dagli egoismi, per unirci al Pdl sotto i valori del Ppe». Nel declinare la rotta dei Cristiano Popolari nel Pdl, arriva la proposta in tema ambientale e dell'energia, nuova soprattutto per il centrodestra, idea di Alessandro Cardente, responsabile Ambiente del partito di Baccini: «Un settore ricco di promesse occupazionali e di ricchezze è quello del risparmio energetico. Il nostro Paese, per esempio, è l'unico a non produrre illuminazione a led. In Europa il settore avrà un milione di posti di lavoro in più nel 2010. Per questo propongo un'agenzia nazionale delle energie rinnovabili per lavorare insieme, politica, banche, imprese». Giu. Gri.

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