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Superpoteri alla Capitale

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La Camera dà il via libera all'articolo 23 del disegno di legge sul federalismo fiscale, cioè alla norma che assegna più poteri e fondi a Roma. Ci sono voluti almeno vent'anni, passati tra promesse non mantenute e confronti senza esito, ma alla fine è andata. Non è un caso che il sindaco Alemanno la definisca una «svolta storica». Ancora di più perché il Partito democratico non ha votato contro. Il testo, che passerà presto al Senato, specifica le funzioni amministrative che spettano al nuovo ente di «Roma Capitale», che sostituisce il Comune. Si va dal concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali all'edilizia pubblica e privata fino alla protezione civile. Questi compiti sono disciplinati con regolamenti del Consiglio comunale, che diventa «Assemblea capitolina». A Roma Capitale, inoltre, il ddl attribuisce risorse legate alle nuove funzioni. È previsto anche il «trasferimento, a titolo gratuito, a Roma Capitale dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell'Amministrazione centrale». Infine per l'istituzione della città metropolitana di Roma Capitale, orizzonte disegnato dal testo, sarà necessario l'accordo tra Comune e Provincia. È stato Roberto Morassut, ex assessore all'Urbanistica con Veltroni, a dare il via libera del Pd: «Da oggi non ci sono più alibi, né per Alemanno né per Berlusconi per dimostrare un'effettiva capacità di riequilibrio di risorse e poteri per Roma rispetto al passato. Dall'opposizione misureremo il sindaco Alemanno, la sua giunta e il governo nell'efficacia dell'attuazione delle norme approvate». Soddisfatto il vicesindaco Mauro Cutrufo, che sottolinea: «La quasi unanimità di voti favorevoli è il frutto del grande lavoro svolto per cercare una soluzione comune e condivisa nell'interesse e per il bene della città Capitale». Parla di «un ulteriore passo avanti» il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che aggiunge: «Sono ancora più contento che il testo approvato alla Camera individui nella città Metropolitana di Roma Capitale la prospettiva su cui lavorare», cioè «un assetto istituzionale in grado di governare e dare risposte forti ai nuovi bisogni legati allo sviluppo urbanistico, economico e sociale dell'area vasta come la mobilità, le infrastrutture e il commercio». Contento anche il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro: «Con il voto della Camera Roma è finalmente diventata Capitale di fatto e non solo di diritto, Capitale vera e non solo sulla carta». Resta critico, invece, il leader de La Destra, Francesco Storace: «La politica festeggia la norma su Roma Capitale e paragona i poteri della nostra città a quelli di Berlino. Si dimentica, purtroppo, che Berlino legifera e la Capitale d'Italia no». Alb. Dim.

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