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Fini all'ultimo Congresso: "Noi puntiamo sulle idee"

Il palco del Congresso di An

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«Un, due, tre prova. Prova, prova», insiste la voce dal palco del padiglione alla nuova Fiera di Roma. Si corre per gli ultimi preparativi. E anche Fini corre. Chiama a raccolta nelle stesse ore al piano nobile di Palazzo Montecitorio i big di An. L'ultimo confronto prima dell'ultimo congresso. Uno scambio di informazioni sulle ultime novità sul fronte Pdl. E una direttiva chiara: «Puntiamo sulle idee, sui contributi, sui progetti. Sulla grande dote ideale che portiamo al nuovo partito». Insomma, il conto alla rovescia è già cominciato. Spiega il presidente della Camera nell'incontro riservato all'ora di pranzo: «A noi competerà il ruolo dell'elaborazione politica, dovremo indicare la strategia e quando si tratterà di decidere lo faremo insieme». All'incontro oltre a La Russa, Gasparri, Matteoli, Alemanno e Ronchi, hanno preso parte anche Donato Lamorte (avrà le «chiavi» della fondazione) e altri esponenti di An, riuniti anche per affrontare l'argomento dei coordinatori regionali del Pdl. Al partito di via della Scrofa toccheranno infatti, secondo gli accordi presi, Lazio, Puglia, Veneto Emilia, Calabria e Sardegna. Per quanto riguarda, invece, la questione dei circoli è stato deciso che dovranno «rientrare» nelle decisioni del partito e non potranno quindi essere strutture esterne. Tutto questo accadeva mentre alla Nuova Fiera di Roma continuava senza sosta l'allestimento dei padiglioni 6 e 8 che oggi e domani diventeranno la casa di centinaia di delegati accorsi da tutta italia per dare l'addio ad Alleanza nazionale. «Uno, due, tre... Prova!. Ok, i microfoni funzionano» dice soddisfatto un tecnico del suono parlando dal palco. Intanto dall'alto dell'impalcatura il responsabile delle luci controllava l'angolatura dei faretti. Tutt'attorno regna predominante il blu spezzato solamente da qualche punto di rosso bianco e verde rigorosamente accostati a simboleggiare il tricolore. Blu è la corsia che accoglierà all'ingresso i delegati e li condurrà fino alle porte d'entrata dei due padiglioni. Da quel punto se si gira a destra si entra nel padiglione 8, la moquette diventa grigia ma il blu ritorna sui drappi e le tende che separano lo spazio dedicato agli accrediti dalla sala dell'assemblea plenaria. Sedici gazebo bianchi, costruiti all'entrata del padiglione, creano l'atmosfera di un mercatino rionale e saranno la meta preferita di tutti quei nostalgici che vorranno conservare un gadget partito. Dietro questi 15 computer permetteranno l'identificazione degli ospiti. A quel punto basterà fare due passi, lasciare il soprabito nel guardaroba, e entrare nella grande sala assembleare. Una fiumana di duemilacinquecento sedie grigie fanno capire quanto massiccia sarà la presenza. Ma questo passa in secondo piano perché a rapire l'occhio dello spettatore è l'imponenza del palco. Uno striscione lo sovrasta. A destra il logo di Alleanza nazionale che si prolunga in un megaschermo a led. Da lì, sviluppato in orizzontale, cappeggia lo slogan dell'evento «Nasce il partito degli italiani» che confluisce, come in una sorta di traguardo nel logo del Pdl. Il tutto arricchito da un lungo tricolore formato dall'accostamento di tre corde. Sembra tutto a buon punto ma nessuno vuole perdere tempo. Alessandro, un responsabile della ditta che cura gli allestimenti, corre come una trottola: «Mi chiede come prosegue il tutto? Decisamente bene, siamo puntuali, ma non possiamo perdere tempo» e fugge verso l'altro padiglione dove invece un servizio di catering sfamerà le quasi seimila persone che interverranno all'evento. Cercando di seguirlo, l'attenzione cade su quello che un altro gruppetto di operai stava allestendo nello spazio tra i due padiglioni. Alcuni schermi riportano la scritta «Smoking area» e uno dietro l'altro arrivano dei divanetti bianchi che vengono sistemati a ferro di cavallo con al centro dei tavolini. «Così anche gli amanti del fumo possono stare comodi» commenta un giovane operaio che, in un breve momento di pausa, avrebbe voluto provarli ma la plastica che li ricopriva gliel'aveva impedito.

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