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Pisacane, interviene la Gelmini

Mariastella Gelmini

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Un tetto del 30 per cento di alunni stranieri in ogni classe. Per evitare che si ripetano casi come quello della scuola elementare Carlo Pisacane a Roma dove su 180 alunni ben 165 sono stranieri. La proposta è arrivata ieri mattina direttamente dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, dopo il caso sollevato da Il Tempo. I genitori che hanno i figli iscritti nell'istituto romano dovranno però aspettare almeno un altro anno per sperare che qualcosa cambi. Perché per il 2009-2010 tutto resterà così come è oggi. «Non credo che l'introduzione del tetto sia sia possibile già a partire dal prossimo anno — ha spiegato Maria Stella Gelmini — Si partirà dal successivo. Comunque sto chiedendo ai dirigenti uno sforzo per risolvere già dal prossimo anno i casi limite». «Quella della scuola Pisacane di Roma — ha aggiunto — è una vicenda che fa riflettere, la conoscenza della lingua e della Carta Costituzionale sono due elementi necessari per l'integrazione». Ma le mamme della Pisacane non hanno voglia di aspettare. E all'annuncio del ministro, anche se apprezzato, replicano con il ritiro dei propri figli dalla scuola. Lo avevano annunciato e ora lo faranno. «Con rammarico — scrive in una lettera aperta Flora Arcangeli, presidente del Comitato mamme per l'integrazione — anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal ministro Gelmini (che danno grandi speranze per il futuro ma non risolvono la drammatica condizione della nostra scuola), ufficializziamo la definitiva fuoriuscita dalla Carlo Pisacane, nella quale abbiamo dato vita al Comitato mamme per l'integrazione con lo scopo di sensibilizzare dirigenti, insegnanti, autorità scolastiche e politiche sull'incredibile storia vissuta per 8 interminabili anni nel disinteresse generale e nell'assurdo comportamento delle istituzioni, che si rifiutavano di attuare le disposizioni e gli indirizzi dello Stato italiano in materia di distribuzione equa dei bambini italiani e stranieri tra le scuole della zona». «Le mamme della seconda, terza e quarta elementare, andando via — prosegue la lettera — lasciano le classi di cui facevano parte i propri bambini senza italiani, nella speranza che le nuove classi mono-etniche che si formeranno mettano chi ha il potere d'intervento nelle condizioni di agire d'autorità per fermare gente irresponsabile che agisce con insopportabile arroganza contro lo Stato e contro la sensibilità della stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Basti pensare che lo stesso personale della Pisacane porta i figli nelle scuole adiacenti». Sulla vicenda i parlamentari del centrodestra hanno preparato anche una risoluzione che dovrà essere votata dalla commissione scuola. «Si tratta di un'iniziativa — spiega il deputato del Pdl Fabio Rampelli — per recuperare una situazione ormai grave, andata degenerando in alcune aree della penisola a causa del comportamento irresponsabile di taluni attori del territorio e della scuola. Infatti, mentre lo Stato è intervenuto tempestivamente con i suoi indirizzi, altri soggetti si assumevano competenze improprie, disattendevano le indicazioni e inventavano una loro arbitraria "ricetta" che ha portato alla fuga degli italiani, a una didattica scadente, alla nascita di numerosi (e fortunatamente circoscritti) ghetti mono-etnici invisi alle stesse famiglie di immigrati».

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