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La carica dei 101 per frenare la Lega

Maroni

Maroni: norma votata all'unanimità

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Il reato di clandestinità e le norme sulla denuncia dei clandestini da parte dei medici sono «inaccettabili». Per questo cento deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini (cui si è aggiunto in un secondo momento l'onorevole Gaetano Pecorella), incalzano, attraverso una lettera, Silvio Berlusconi affinché non ponga la fiducia sul ddl che riguarda la sicurezza. Un invito sul quale piomba l'alt senza mezzi termini del leader della Lega Umberto Bossi: il ddl, avverte il Senatùr, resterà «come è stato approvato al Senato». Nelle richieste avanzate al premier, la Mussolini si dice convinta «di poter contare sull'appoggio del presidente della Camera Gianfranco Fini». «Ti chiediamo - si legge nella lettera - di non porre la fiducia» perché in quel disegno di legge «sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni». I parlamentari firmatari (tra gli altri Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein , Mariella Bocciardo, Santo Versace, Margherita Boniver, Lucio Stanca, Giorgio Stracquadanio), si dicono certi che Berlusconi si renderà conto «di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità». Ma il presidente e il vicepresidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino prendono le distanze dalla "rivolta dei cento": «La lettera di Mussolini sul ddl sicurezza non è condivisa dal gruppo del Pdl. Per altro verso, sul merito del decreto è ancora in corso il dibattito in commissione».

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