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La sinistra si unisce, ma solo per presentarsi alle elezioni

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Questasembra essere la sorte dei «nanetti» della sinistra che non sanno resistere al richiamo della competizione elettorale, soprattutto se in ballo ci sono dei seggi al Parlamento europeo. Fino a qui nulla di male, quello che però suona strano è che raramente si presentano al proprio elettorato con lo stesso simbolo della volta precedente. Cambiano le alleanze, si litiga all'interno di un partito, ci si scinde e se ne forma un altro ancora più piccolo. Così si formano nuove coalizioni perché soli si conta poco, si crea un nuovo simbolo e magari, come è accaduto ieri mattina, lo si battezza «Sinistra e Libertà». Rifondazione per la Sinistra, il partitino di Nichi Vendola nato da una costola del Prc, Sinistra Democratica di Claudio Fava, l'ex gruppo minoritario dei Ds che ha abbandonato il partito quando decise di entrare nel Pd, Unire la Sinistra, gruppo di minoranza di Umberto Guidoni allontanatosi dal Pdci, la Federazione dei Verdi presieduta da Grazia Francescato e il Partito Socialista di Riccardo Nencini hanno così presentato all'Hotel Nazionale di Roma quello, che a detta del coordinatore nazionale dei socialisti, Marco Di Lello, «non è un partito, ma neanche un semplice cartello elettorale per superare lo sbarramento del 4% per accedere al Parlamento europeo». Sarà veramente cosi? Chissà. Certo è che, leggendo i dati dei sondaggi, qualche dubbio sull'alleanza strategica viene. Ogni singolo partititino si attesta tra l'1 e l'1,5% per un totale del 6% della lista comune. Un dato incoraggiante ma che apre divisioni ancor prima di avere la certezza di raggiungerlo visto che i componenti della neocoalizione, oggi, appartengono a gruppi parlamentari europei diversi. Il Partito socialista e Sinistra Democratica, ad esempio, aderiscono al Pse, Movimento per la Sinistra e Unire la Sinistra siedono negli scranni del Gue, mentre i Verdi hanno una loro rappresentanza autonoma. Una divisione che quasi sicuramente persisterà visto che i singoli eletti, se ce ne saranno, avranno la possibilità di scegliere il gruppo parlamentare che meglio li rappresenta. D'altronde basterebbe il nome della coalizione per capire che ognuno dei componenti è sì di sinistra, ma soprattutto libero. Un'idea che soddisfa anche l'ex leader Ds Achille Occhetto: «Vent'anni fa hanno demolito e tagliato la parola "sinistra". Ora deve tornare alla ribalta. Mi piace poi anche l'uso della parola "libertà" che è stata gettata nel fango da Berlusconi». Insomma nasce una nuova forza, ma la linea politica è sempre la steaa: l'antiberlusconismo. «Siamo contro l'egemonia della destra della calce e del randello - spiega Vendola-, che propone speculazione edilizia e ronde». Ale. Ber.

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