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"Listini rilanciati anche dalle fusioni anti crisi"

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{{IMG_SX}}Gli attuali salvataggi aziendali sono il primo passo verso operazioni di fusione tra grandi gruppi. «Sono quelle che ridanno fiato alle borse, oggi depresse perché scontano i dati negativi sugli utili di quest'anno» spiega a Il Tempo, Stefano Manzocchi, ordinario di economia internazionale presso l'università Luiss che aggiunge «la possibile ripartenza dei listini potrebbe arrivare già alla fine del 2009 se, come probabile, ci saranno segnali positivi dall'economia reale nel 2010». Ottimista sulla ripresa? «Il settore industriale è nel pieno della recessione. Tra qualche trimestre potrebbero arrivare i primi segnali positivi. La contrazione dei consumi e del credito ha spinto molte aziende a non rinnovare le scorte. È normale che prima o poi i magazzini si svuotino e si debbano riempire. Lo stesso vale per i beni durevoli come gli autoveicoli. Lentamente i consumatori cominceranno a sostituire i modelli e si smaltiranno quelle attualmente nei parcheggi».  Una previsione? «Già a partire dalla fine del 2009 qualche segnale di inversione reale potrebbe arrivare. Ma attenzione si tratterà solo di un piccolo segnale che non cambierà di molto, ad esempio, gli indici della disoccupazione che potrebbero continuare a crescere ancora». Cosa potrebbe cambiare in Borsa? «Non è detto che la produzione riparta. Ma gli operatori cominceranno a guardare i titoli del settore industriale con un diverso occhio. Il prezzo di un'azione è legato alla capacità di generare profitti. Ora, se nel 2009 difficilmente ce ne saranno, nel 2010 i segnali di risveglio dell'economia reale daranno sicuramente qualche risultato che non sarà ignorato da chi acquista». Solo il comparto industriale avrà una reazione? «È quello che trainerà il resto. Prendiamo ad esempio i bancari. Se le aziende cominciano a vendere e a fare cassa è chiaro che anche le linee di credito che oggi sono in sofferenza cominceranno a dare risultati positivi. Insomma gli operatori guarderanno agli effetti della ripresa dell'industria e ai loro riflessi sul settore del credito». Torniamo all'oggi. I minimi in Borsa sono stati raggiunti o c'è spazio per altri ribassi? «Difficile dirlo. C'è ancora poca chiarezza non solo sui titoli legati alla cartolarizzazione dei subprime americani e delle speculazioni sulle materie prime della scorsa estate ma anche sulle grosse industrie. Oggi è tossico anche un titolo come la General Motors». Torneranno gli acquirenti? «Sì. Adesso la paura consiglia chi ha liquidità a tenerla in cassa e ad accettare anche rendimenti negativi. Ma con l'avvio dei piani di salvataggio dei grandi gruppi, che prevedono anche alleanze e fusioni, non resteranno fuori dalla Borsa» E dunque? «I consolidamenti rimetteranno in moto i listin. Le prime avvisaglie ci sono già nel settore dell'auto. Ma arriveranno anche in alcuni comparti come l'assicurativo e l'immobiliare».

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