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L'Unione Europea ha deciso di chiudere la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per il cambio di tracciato della linea B1 della metropolitana di Roma

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Macon una restrizione: per la realizzazione di due nuove opere, il parcheggio di piazza Annibaliano e il nodo di scambio del Pratone delle Valli, il Comune dovrà bandire una nuova gara. Probabilmente a livello europeo visto l'importo che richiederà la costruzione delle due infrastrutture. La vicenda risale al 2004 quando l'amministrazione comunale, durante i lavori di scavo per la costruzione delle gallerie della metropolitana, fu costretta a cambiare il tragitto della linea per problemi di morfologia del terreno. Così vennero modificate le stazioni di piazza Gondar e di piazza Annibaliano e venne soppressa quella di Nomentana. A quel punto però il Comune decise di modificare anche altri aspetti del progetto, prolungando la linea fino a piazzale Jonio (e dare così la possibilità di realizzare la futura interconnessione con la linea D) e di costruire due nuove infrastrutture, il parcheggio e il nodo di scambio. Il tutto non rifacendo l'appalto ma procedendo con l'affidamento diretto alla società che aveva già vinto la gara. Una procedura che non era piaciuta all'Unione Europea. Così il commissario al mercato interno Charlie Mc Creevy aveva inviato una lettera di messa in mora all'Italia. Da allora tra il nostro Governo, il Comune e la Ue si sono susseguiti contatti, telefonate riunioni. Con l'Italia da una parte impegnata a spiegare che la modifica del tracciato non comportava anche lo stravolgimento del progetto e l'Unione europea dall'altra che insisteva sul fatto che prevedere un nuovo nodo di scambio e un nuovo parcheggio significava cambiare profondamente il tutto. Alla fine il governo, coadiuvato anche dal vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani, è riuscito a ottenere dalla Ue la chiusura della procedura d'infrazione, decisione che sarà ufficializzata giovedì prossimo. Resta però l'indicazione di dover bandire una nuova gara d'appalto per la costruzione delle due nuove strutture.

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