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Veltroni si dimette

Veltroni

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Terremoto in casa Pd dopo la bruciante sconfitta in Sardegna di Renato Soru e il crollo del partito. Il segretario, Walter Veltroni, ha riunito il coordinamento per fare un'analisi politica del voto e come prima cosa ha rimesso il suo mandato a disposizione. Il vertice del partito, però, ha respinto le dimissioni spiegando che adesso non è in discussione la sua leadership. Il coordinamento si è aggiornato a partire dalle ore 15.30. Vannino Chiti sostiene che "il Pd non ha bisogno delle dimissioni di Walter Veltroni. Non esiste a mio giudizio - dice - un problema di leadership. Rinnovo la mia fiducia al segretario e gli chiedo di portare avanti un'opera di rinnovamento politico e culturale. Abbiamo bisogno non di cambiare il segretario ma di unità politica e di mettere al bando le correnti che con il loro spirito di divisione rischiano di soffocare il partito nuovo che vogliamo costruire". Secondo Massimo Cacciari, la colpa della debacle in Sardegna non è di nessuno, né di Soru né di Veltroni ma "è il Pd nel suo insieme che non va, tutta la leadership del partito in questi mesi si sta dimostrando non all'altezza della situazione". Per il sindaco di Venezia, Veltroni non dovrebbe dimettersi perché, osserva, "per delle elezioni di carattere regionale o locale un segretario non si è mai dimesso. Ma certamente è necessario che Veltroni ripensi radicalmente il suo ruolo e l'impostazione che finora ha assunto il Partito Democratico. Però l'avrei detto anche se Soru avesse vinto di misura". Francesco Rutelli rinnova la sua fiducia a Veltroni ma chiede un passo in avanti per rinnovare il partito: "Non si torna indietro. L'esperienza di Margherita e Ds è' conclusa. Ora Veltroni faccia quello che non è riuscito a fare finora. Ha il pieno rinnovo della mia fiducia per fare un partito nuovo". Per Giovanna Melandri "le leadership sono sempre contendibili, ci sono i congressi e le verifiche, ma non è questo il momento; prima va rilanciato il progetto politico". Un momento importante di chiarimento ci sarà nella Direzione del Pd a fine mese, in vista della Conferenza programmatica di aprile. Il congresso si terrà in autunno, a meno che alla fine prevalga la linea di anticiparlo. Intanto, il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, osserva: "L'Idv sale e il Partito democratico scende. Ciò dimostra che quando si sta all'opposizione si fa opposizione e non si fa ammuina. Il Pd se non si decide ad essere maschio o femmina, finisce per non essere nessuno". L'Idv, dice, "è l'unica opposizione rimasta" in piazza e nelle istituzioni.  

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