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Testamento biologico, i cattolici del Pd contro il referendum

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Tra sabato e domenica c'è stato un giro di telefonate con Walter Veltroni, chiedendo di non sposare la linea Marino. E in un'intervista alla «Stampa» il segretario del Pd ridimensiona questa minaccia. L'ipotesi del referendum è stata criticata nuovamente dal centrodestra ma è un'ipotesi che non piace nemmeno dentro al Pd, specie all'ala cattolica. Franco Marini, leader degli ex popolari, lo definisce «una fantasia da scienziato», cioè non da politico. L'ex presidente del Senato auspica «un vero confronto» tra i Poli e tra laici e cattolici, e aggiunge che da oggi seguirà la questione «più da vicino». La contrarietà è stata spiegata a Veltroni in una telefonata: evocare un referendum prima ancora che inizi la discussione in Senato, è il ragionamento di Marini, aumenta solo il livello di scontro ideologico tra laici e cattolici; e a pagarne il prezzo più alto sarebbe proprio il Pd che più di ogni altro partito ha al suo interno entrambe le due culture. Simile il ragionamento fatto da Rutelli al segretario del partito. E non a caso ieri i due deputati a lui vicini attaccano la proposta Marino. Icastico Renzo Lusetti: «Come se non fosse bastata la lezione sulla legge 40, si continuano a perseguire sconfitte annunciate». «Il minoritarismo etico — ha incalzato Pierluigi Mantini — non giova al Pd», anche perché su questi temi nel Paese «ci sono divisioni reali e profonde». «Occorrerebbe un passo indietro — ha insistito Mantini — e la capacità di rinunciare all'accanimento legislativo, giudiziario e referendario, lasciando la materia ai principi di scienza e di coscienza». Insomma il dubbio che sia meglio non legiferare che fare una legge discutibile comincia a serpeggiare.

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