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Il saluto a Tatarella, in sala manca Armonia

Giuseppe Tatarella

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Gianfranco Fini voleva rendere omaggio, nel decennale della scomparsa, a Pinuccio Tatarella, l'esponente moderato di An che fu l'artefice della sua vittoria al vertice del Msi e che è passato alla storia per essere stato soprannominato il ministro dell'armonia. Ma, neppure un cerimoniale studiato così nei minimi dettagli, sarebbe mai riuscito a nascondere né i rapporti tesi e gelidi di chi, per affinità di pensiero o di partito, sarebbe dovuto andare d'accordo. Qualche prima avvisaglia si era già respirata quando in sala era ancora vuota: il nome del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non compariva più tra quelli che avrebbero dovuto sedersi sul palchetto assieme a Gennaro Malgieri, Robero Maroni, Massimo D'alema e Gianfranco Fini. E anche quando Berlusconi è stato invitato a prendere la parola si è capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Il grande comunicatore e oratore della politica italiana stava riducendo l'intervento alla lettura di un pezzo dedicato all'amico Tatarella scritto addirittura cinque anni fa. E se il gelo tra Berlusconi e Fini, in questo passaggio, è stato percepito da quasi tutti in sala, la scena di Berlusconi assopito sulla poltroncina è stata un privilegio per pochi, tra i quali sicuramente c'era l'inquilino di Palazzo Montecitorio che gli sedeva di fronte. Poi naturamente non può mancare il capitolo dedicato a Maurizio Gasparri. Dopo le dichiarazioni al vetriolo dei giorni scorsi sul caso Englaro era immaginabile che tra lui e Fini non ci sarebbero stati baci e abbracci, ma, neppure, era pensabile che i due si ignorassero completamente, come invece è successo. Gasparri era seduto in prima fila, vicino a lui, Gianni Letta, Fini, prima di salire per dare inizio alla conferenza, saluta tutti gli ospiti seduti vicino al palco. Ma la sua mano non stringe quella del collega di partito. Sbadataggine? Forse no, certo è che la scortesia è stata subito ricambiata dal «colonnello» che ha preferito studiare ogni centimetro della sala piuttosto che incrociare lo sguardo del presidente della Camera che, proprio davanti a lui, stava tenendo il suo discorso. E se da una parte si stava consumando l'odio, da un'altra invece scoppiava l'affetto. I protagonisti sono l'aennino vicecapogruppo della Camera, Italo Bocchino e il senatore dalemiano, Nicola Latorre, che appena si sono visti si sono abbracciati felici e sorridenti. Senza parlare poi dell'idillio, leggermente più mascherato, tra Fini e D'alema che più di una volta si sono avvicinati, scambiandosi parole che, dati i sorrisi, sembrava divertissero entrambi. Erano presenti poi in sala molti ministri tra i quali, Elio Vito, Raffaele Fitto, Ignazio La Russa e Andrea Ronchi. Senza contare la presenza di alcune giovani deputate del Pdl come Annagrazia Calabria, Viviana Beccalossi, Mariarosaria Rossi e Nunzia De Girolamo e di altri esponenti del Pd come Maria Anna Madia e Antonio Boccuzzi.

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